Sergey Razov: il posto dell’ambasciatore russo a Roma è a rischio. A sostituirlo un “falco”?
Il posto di Sergey Razov è a rischio. L’ambasciatore russo in Italia è infatti in bilico e il Cremlino pensa a una sua sostituzione. A Roma dal 2013, adesso potrebbero costargli care le polemiche sulla missione della Russia in Italia e la vicenda della denuncia (archiviata) a La Stampa per l’articolo su Uccidere Putin. Proprio il quotidiano di Torino scrive che il suo sostituto potrebbe essere Alexey Paramonov, classe 1962, direttore per l’Europa al Ministero degli esteri russo ed ex console a Milano. Ovvero un altro dei nomi che abbiamo incontrato all’epoca dell’escalation tra Russia e Italia. Il 19 marzo scorso infatti, parlando con Ria Novosti, Paramonov definì l’Italia «uno dei paesi più ostili». Minacciando «conseguenze irreversibili» in caso di adesione al sistema di sanzioni contro Mosca.
Chi è Paramonov
All’epoca Paramonov attaccò anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Definendolo «uno dei principali ‘falchi’ e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano». E collegando in maniera piuttosto sibillina il sostegno della Russia all’Italia all’inizio della pandemia di Covid-19: «In accordo con l’intesa raggiunta a livello di Presidente della Russia e Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia nel marzo-aprile 2020, all’Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Industria e Commercio e Ministero della Salute della Russia». C’è quindi la questione del gradimento. Viene di regola trasmesso dal ministero degli Esteri al presidente della Repubblica, che ha l’ultima parola in base all’articolo 87 della Costituzione.
Ed è difficile, visti i precedenti, che Paramonov lo ottenga. Forse proprio per questo a metà giugno corresse il tiro sull’Italia. Intervenendo sull’importanza dei negoziati di pace e sul ruolo del Vaticano. Proprio nei giorni in cui si parlava di un suo possibile incarico presso la Santa Sede. Ma ci sono anche altri candidati. Uno di questi è Alexander Nurizade, anche lui ex console a Milano. E Andrey Maslov, oggi ambasciatore russo ad Atene ed ex consigliere proprio a Roma. Intanto Razov è diventato l’immagine dell’incomunicabilità tra i due paesi. Per questo non è ancora chiara la scelta di sostituirlo. Si tenta di aprire nuovi orizzonti tra Roma e Mosca? O è soltanto una mossa per alimentare la propaganda?
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