Ciro Di Maio, la difesa chiede l’assoluzione del conduttore tv: «Messo alla gogna come stupratore, ma ha solo problemi con la droga»
Non è uno spacciatore, ma «una persona con problemi di tossicodipendenza». L’avvocatessa Nadia Savoca ha chiesto l’assoluzione di Ciro Di Maio, il conduttore Tv e attore arrestato il 24 agosto 2021 con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Nella casa del 47enne in zona Loreto, a Milano, era stato trovato un litro di gamma butirrolattone (Gbl): il liquido incolore meglio conosciuto come droga dello stupro. Secondo il pubblico ministero Leonardo Lesti, quel quantitativo di droga se lo era fatto spedire dall’Olanda in modo da rivenderlo. Per questo motivo ha chiesto una condanna a 2 anni e 3 mila euro di multa. Per la difesa, però, l’unico elemento sui cui l’accusa poggerebbe «è che c’è stato un precedente arresto ma quel procedimento è pendente».
Ciro Di Maio, infatti, era finito in manette già nel dicembre del 2020 per l’acquisto di 4 litri di Gbl dalla Cina. Tuttavia, insiste la legale Savoca, il quantitativo «non può essere l’unico elemento per dimostrare la cessione a terzi della sostanza». Come affermato dalla difesa, i problemi di tossicodipendenza il conduttore Tv se li portava appresso sin da giugno 2020 quando venne «preso in carico dallo Smi (Servizio multidisciplinare integrato)». Al punto che assumeva 2 millilitri all’ora, perciò con 24 dosi giornaliere un litro di Gbl «gli durava 20 giorni». Il prossimo 7 luglio il giudice Paolo Guidi dovrà decidere se accogliere la richiesta di assoluzione, in quanto il fatto «non costituisce reato», ma solo illecito amministrativo.
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