Omicidio Willy, la lettera della madre diventa virale su Facebook. Ma è un fake
L’omicidio di Willy Monteiro Duarte è stato al centro del dibattito pubblico da quando, il 6 settembre del 2020, il giovane venne ucciso a calci e pugni per aver difeso un amico nel corso di una rissa. La rabbia nei confronti dei presunti assassini, condannati all’ergastolo lo scorso 4 luglio, è stata da subito accompagnata da ondate di affetto nei confronti della giovane vittima, e di solidarietà nei confronti della sua famiglia. Ma c’è anche chi ha provato a sfruttare il clamore mediatico che circonda la vicenda per aumentare la propria visibilità online. Succede per esempio su Facebook, dov’è spuntata una lettera attribuita alla mamma di Willy. Che in realtà la donna non ha mai scritto.
Il contenuto del post virale
«Nanetto mio adoratissimo, ti chiamo come ti ho sempre chiamato, anche se ormai eri un gigante», si legge nel post. «Non riesco ancora a realizzare che non potrò più rivederti, abbracciarti, sentire la tua voce o il suono delicato della tua risata, quando mi parlavi dei tuoi progetti promettendomi che tutto sarebbe andato bene. Che non saremmo mai più stati poveri, che le nostre vite sarebbero state finalmente felici». Ma, prosegue il testo, «la felicità non è una scelta e qualcuno, assetato di una violenza che tu nemmeno immaginavi potesse esistere, ha diviso le nostre strade condannandoci al pianto. Sono stata fortunata a essere la tua mamma».
Il post, accompagnato dal sorriso di Willy, ci ha messo poche ore a diventare virale. Oltre 8mila likes, più di mille commenti e quasi seicento condivisioni. Ma c’è anche chi ha copiato e incollato le parole, creando i propri post. Troviamo infatti la lettera rilanciata in diversi profili, come questo, questo e questo. Quest’ultimo, invece, è addirittura antecedente a quello sopracitato. Risale a 4 giorni fa, probabilmente è stato il primo a rilanciare la lettera. In ogni caso, per le parole strazianti rivolte a Willy, il successo sui social è assicurato.
Peccato che di questa lettera, in realtà, la mamma di Willy non conosceva l’esistenza. «Su Willy non vogliamo alcuna strumentalizzazione», hanno precisato i Monteiro Duarte al Corriere della Sera, smentendo categoricamente di aver scritto un testo del genere. Un atteggiamento riservato, speculare a quello di chi prova a sfruttare la tragedia che li ha ha colpiti. A causa della quale, secondo quanto disposto dal presidente della Corte d’Assise di Frosinone, dovranno ricevere un risarcimento di 200 mila euro a testa. Il versamento dovrà essere fatto immediatamente dagli imputati Marco e Gabriele Bianchi, e da Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, condannati rispettivamente a 23 e 21 anni di carcere.
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