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Mattia Santori: «Fumo erba e la coltivo». Polemiche da FdI: «Inadeguato al suo ruolo istituzionale»

Il leader delle sardine e consigliere comunale Pd a Bologna ha dichiarato di aver comprato i propri semi per non finanziare la criminalità organizzata. Scatenando le ire del deputato Bignami

Il leader delle sardine Mattia Santori è finito di nuovo al centro delle polemiche. A far discutere, una sua dichiarazione riguardo la cannabis riportata oggi dal quotidiano La Repubblica. «Non solo la consumo, dall’età di 18 anni, ma la produco per uso personale», ha ammesso il consigliere comunale Pd a Bologna con delega al Turismo. Tre piantine che crescono sotto le lampade di casa sua, che gli avrebbero fruttato 60 grammi d’erba e gli attacchi furiosi dei deputati di FdI.

L’opposizione invoca le «autorità competenti»

«Come Fratelli d’Italia siamo sconcertati dalla sfacciataggine con la quale Mattia Santori abbia candidamente ammesso di farsi le canne dall’età di 18 anni, di consumare abitualmente cannabis e addirittura di coltivare marijuana», ha dichiarato il deputato Galeazzo Bignami. Bignami invoca l’intervento delle «autorità competenti» per verificare, a questo proposito, «l’esistenza di eventuali reati, sia amministrativi che penali». Santori aveva spiegato: «Acquisto i semi da un canapaio che paga le tasse, ho comprato le mie attrezzature. Non è meglio che il tuo consulente sia un esperto che ti vende i semi e non robaccia piuttosto che un pusher nelle cui mani finiscono i minorenni?». «Dichiarazioni inaccettabili» a detta di Bignami, «perché contengono un messaggio devastante di normalizzazione dell’uso di droga». Rispetto al quale, conclude, «chiediamo anche al sindaco di Bologna, ai vertici del Pd, e al segretario Enrico Letta in testa, una netta presa di posizione». Non è la prima volta che Santori finisce nel mirino dei detrattori. L’ultimo episodio risale allo scorso aprile, quando sui social era stato vivamente criticato per un suo intervento al Comune dove denunciava l’«increscioso assalto a due oche» avvenuto nell’Appennino bolognese.

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