Quarta dose a over 60 e guariti e nuove vaccinazioni in autunno: il piano per la nuova ondata di Omicron
Il giorno decisivo è oggi. Se arriveranno gli ok dell’Ema e dell’Ecdc il ministero della Salute emanerà in serata una circolare per allargare la quarta dose del vaccino contro il Coronavirus già da domani. Includendo i fragili senza limiti di età e gli over 60. Ma – e questa è una novità – anche i guariti da Covid-19 e i vaccinati con terza dose da più di 120 giorni. Mentre in autunno saranno pronti i vaccini aggiornati. E quindi d’inverno potrebbe partire un’ulteriore campagna per l’immunizzazione di massa. Alla quale saranno chiamati coloro che hanno ricevuto l’ultima dose da 4-5 mesi o più. Quindi chi farà subito la quarta dose potrà essere immunizzato a novembre contro Omicron 5. Con l’incognita delle nuove varianti in arrivo. Come la BA.2.75. Che potrebbe nel frattempo soppiantare l’altra.
La circolare
La Stampa spiega oggi che la circolare per la quarta dose agli over 60 è già pronta. Il ministro della Salute Roberto Speranza la firmerà insieme all’Istituto Superiore di Sanità, all’Aifa e al Consiglio Superiore. Il booster si potrà fare da subito. E sarà esteso anche ai guariti. Insieme ai vaccinati con terza dose. Ma a patto che siano passati almeno 120 giorni dall’ultimo tampone positivo. D’altro canto l’ultimo report esteso dell’Iss ha spiegato chiaro e tondo che i vaccinati da più di sei mesi sono a rischio malattia e reinfezione.
Dal 24 agosto 2021 al 6 luglio 2022, sono stati infatti segnalati 659.578 casi di reinfezione, pari al 4.6% del totale dei casi notificati. E il rischio aumenta se le dosi di vaccino ricevute diminuiscono. L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data di riferimento per l’inizio di Omicron), vede infatti un aumento in chi ha avuto Covid-19 da oltre 210 giorni, nei non vaccinati o vaccinati da oltre 120 giorni. Il pericolo risulta maggiore anche per le donne, i giovani e il personale sanitario.
Il quotidiano spiega anche che è probabile che di vaccini contro Omicron ne avremo due diversi. Sia per il ceppo virale su cui sono costruiti che per i tempi di distribuzione sul mercato. Moderna ha pronto per settembre il suo vaccino bivalente, che funziona per il ceppo di Wuhan e per Omicron 1. Il preparato avrebbe un’efficacia del 50% nella protezione dal contagio e dell’80% per la malattia grave. Pfizer invece ha pronto un vaccino aggiornato e tarato proprio su Omicron 5. Ma per questo bisognerà attendere novembre. Con l’incognita delle nuove varianti in arrivo. Gli ultimi dati di efficacia del booster, pubblicati nel bollettino settimanale esteso dell’Iss di sabato scorso, indicano una percentuale del 52% nel prevenire l’infezione.
La quarantena per gli asintomatici e lasciar correre il virus
Intanto gli esperti continuano a darsi battaglia sulla quarantena per gli asintomatici e l’idea di lasciar correre il virus. Per il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli non è nemmeno da ipotizzare: «Numeri così elevati di casi fortunatamente, grazie ai vaccini, non si traducono in un impatto sulla salute dei contagiati, come succedeva con le altre ondate Omicron ha ridotta capacità di dare patologia polmonare grave. Ma ridotta non vuol dire assente. Smettiamo di minimizzare i rischi comparando l’infezione a quella di un virus influenzale. È profondamente sbagliato». Per l’infettivologo Matteo Bassetti invece fermare il virus è come tentare di fermare un’onda con un castello di sabbia.
Bisogna invece cambiare le regole della quarantena: «Diciamo alla gente di non uscire finché sono presenti sintomi. Poi possono riprendere a circolare indossando la mascherina. In pratica è una sanatoria. Accettiamo ciò che già avviene di fatto. Lei pensa che chi ha un’attività commerciale e scopre di essere positivo col tampone eseguito a casa, rispetti l’isolamento mettendola a rischio?», dice oggi al Corriere della Sera. Secondo Bassetti «la popolazione ha una scorza immunitaria tale da offrire forte resistenza all’infezione. Il Covid è quello delle bare di Bergamo, delle rianimazioni intasate di pazienti intubati. Non è quello attuale».
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