La «gara di ciclismo femminile» vinta da due donne transgender
Il tema dell’inclusività e dei suoi limiti è un’inesauribile fonte di polemiche. Lo sport è uno degli ambiti più toccati dal dibattito: lo scorso giugno, per esempio, ha iniziato a circolare su Facebook la foto del podio di una gara di ciclismo in cui vengono premiate due donne transgender al primo e secondo posto, e una donna cisgender al terzo. «L’ennesimo schiaffo alle donne nello sport», sono state le parole che hanno accompagnato l’immagine: «Sul podio femminile di una gara di ciclismo salgono ben 2 maschi (primo e secondo posto) e al terzo posto una femmina».
Ma proviamo a contestualizzare quanto sta avvenendo nella scena fotografata. Lo scatto raffigura la premiazione alla fine di un torneo, il cui nome è desumibile dalle scritte che appaiono sui trofei: si tratta del “ThunderCrit6“. Il Thunder Crit si definisce come “il più longevo Fixed Gear Crit (la corsa a scatto fisso, ndr) del Regno Unito”: lo scorso 3 giugno ha avuto luogo la sua sesta edizione presso l’Herne Hill Velodrome. Dal 2021, tuttavia, il format della gara è stato cambiato: abolite le categorie binarie, ritenute poco inclusive dall’organizzazione, le tradizionali sezioni “maschile” e “femminile” sono state sostituite dalle sezioni “Thunder” e “Lightning” (“Tuono” e “Fulmine”).
L’ufficio stampa di ThunderCrit, a margine delle polemiche scatenate dalla premiazione, ci ha tenuto a fare chiarezza con una lunga dichiarazione. In essa leggiamo: «Abbiamo preso la decisione l’anno scorso di creare un sistema di categorizzazione più neutrale rispetto al genere che consentisse agli atleti trans e non conformi al genere, che spesso sentono che non c’è spazio sicuro per loro nello sport, di essere accolti e fatti sentire i benvenuti. Da quando sono state introdotte queste nuove categorie, abbiamo avuto molti partecipanti trans e non conformi al genere nelle nostre categorie Thunder e Lightning, che hanno gareggiato bene all’interno delle rispettive categorie. Il formato continuerà ad evolversi in modo da offrire inclusività e corse leali per tutti gli atleti». Affermare dunque che «gli uomini non hanno dunque invaso le gare di ciclismo femminile» significa fornire un’informazione senza contesto, veicolando dunque un messaggio fuorviante.
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