Dito medio ai manifestanti, la sottosegretaria britannica all’Istruzione travolta dalle critiche: «Comportamento inaccettabile»
Un gesto inaccettabile. Così i sindacati definiscono il gesto della sottosegretaria all’istruzione del Regno Unito, Andrea Jenkyns, fresca di nomina, che è stata immortalata mentre mostrava il dito medio davanti ai manifestanti davanti al numero 10 di Downing Street nel giorno in cui Boris Johnson ha annunciato le dimissioni da primo ministro. Una bufera di critiche si è abbattuta su Jenkyns, che già lamentava di aver ricevuto un’«enorme quantità di insulti» e perfino «sette minacce di morte negli ultimi quattro anni», stando a quanto riportato dal Guardian. In quella circostanza «mi stavo solo difendendo da sola», ha spiegato Jenkyns, aggiungendo che «avrei dovuto mostrare più compostezza, ma sono solo un essere umano».
La lettera dei sindacati
Parole che non sono servite a placare le critiche. La Association of School and College Leaders, la National Association of Head Teachers e la National Education Union hanno sottoscritto una lettera esprimendo «grave preoccupazione» per il comportamento della sottosegretaria. «In qualità di rappresentanti degli insegnanti, dei dirigenti e del personale di supporto che gestiscono le scuole e i college della nostra nazione, siamo profondamente consapevoli di quanto siano importanti la condotta professionale, gli standard etici e il comportamento appropriato per i nostri bambini e giovani», si legge nella lettera.
Quanto alle giustificazioni della sottosegretaria, il testo prosegue: «Francamente, spiegazioni come questa da parte dei politici non sono più sufficienti. Come modelli di ruolo, i politici sono sempre più al di sotto degli standard che ci si aspetta da loro. Le sue parole (di Jenkyns, ndr) non sarebbero certamente una scusa accettabile per un allievo o per il personale di una scuola o di un college». E infine: «Riteniamo che dovrebbe riconoscere pubblicamente l’impatto che la sua perdita di compostezza potrebbe avere sulla capacità delle comunità educative di mantenere la decenza comune nelle scuole».
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