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Uber files, tassisti si incatenano fuori da palazzo Chigi. Riparte la protesta: verso nuovo sciopero nazionale – Il video

12 Luglio 2022 - 15:30 Redazione
Riesplode la rabbia dei tassisti dopo le rivelazioni sul colosso americano. Secondo i sindacati, sono già in corso nuovi stop al servizio in tutta Italia

I tassisti tornano a manifestare contro il Ddl concorrenza: cinque dei loro rappresentanti si sono incatenati davanti Palazzo Chigi. Ad alimentare le proteste dei conducenti delle auto bianche, l‘articolo 10 del disegno di legge, che aprirebbe alla liberalizzazione del settore. Ma anche lo scandalo Uber files, scoppiato dopo che il Guardian ha reso noti oltre 124.000 documenti riservati. Le carte proverebbero come il colosso del ride sharing abbia orchestrato un lavoro di lobbying dal valore di 90 milioni di dollari, esercitando segretamente pressioni su diversi governi, tra cui quello di Emmanuel Macron. «Dopo lo scandalo Uber files vogliamo chiarezza e trasparenza su una vicenda che a questo punto assume contorni grotteschi. Chi ha scritto questo articolo? Che interessi ci sono sotto? E soprattutto nell’interesse del servizio pubblico e dell’utenza ne chiediamo il ritiro», commentano oggi i tassisti.

La pubblicazione dell’inchiesta ha dato origine anche a una serie di scioperi spontanei da parte dei tassisti, che da settimane protestano contro il Ddl concorrenza «a difesa del servizio pubblico». Tra i concorrenti più temuti dai conducenti delle auto bianche, c’era proprio Uber, assieme ad altre app come Lyft, che mettono in contatto clienti e autisti privati. I due passaggi più contestati dell’articolo contenuto del disegno di legge sono i seguenti: un primo, dove si menziona «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti». Il secondo, cita invece «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». Il parlamento dovrebbe approvare il testo entro il 22 luglio.

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