Retroscena: Conte nel pantano dopo il Consiglio nazionale M5s cerca Draghi per evitare lo schianto
Doveva essere la mattinata delle scelte per il Movimento 5 stelle: il Consiglio Nazionale doveva sancire la linea da tenere domani al Senato sul decreto Aiuti. Come ormai tutti sanno, a Palazzo Madama il voto di fiducia è congiunto a quello finale sul provvedimento, cosicché – a differenza che alla Camera – se i senatori m5s escono dall’aula prendono le distanze sia dal decreto che dall’esecutivo. È altrettanto noto che la maggioranza degli eletti restati nei gruppi parlamentari del Movimento dopo la scissione dimaiana vuole strappare. E stamattina questo stava per essere deciso, fino a che non è arrivata l’anticipazione della linea dura di Salvini: se Conte e i suoi non votano la fiducia la parola deve tornare agli elettori.
Quattro cattive notizie in una: se lo fate sarà crisi, non ci sarà un Draghi bis, si andrà subito al voto, e la campagna elettorale sarà sul vostro voltafaccia. Il fronte della fermezza m5s ha vacillato, passare per sfasciatori dopo quattro anni al governo, e esporre al ruolo di leader dello sfascio Conte, due volte premier con qualche speranza per il futuro, è davvero troppo. E per di più alla vigilia di elezioni che ridimensioneranno drammaticamente la presenza pentastellata in parlamento.
Allora il presidente 5 stelle ha fatto una cosa sorprendente. Lui che nella stessa riunione del CN non aveva espresso una preferenza netta (rompere o no?) ha cercato chi lo poteva aiutare: Mario Draghi, il destinatario della recente lettera con le richieste pentastellate. Una rassicurazione, un impegno, una promessa esplicita potrebbero evitare lo showdown. Perché il tempo stringe: stasera ci sarà la riunione congiunta di deputati e senatori m5s. I primi sono già usciti dall’aula, gli altri in maggioranza lo vorrebbero fare. E c’è di più: una parte dei senatori vorrebbe proprio votare no…
Un eletto di lunga data riassume così la situazione: «Volevano metterci all’angolo, ma alla fine ci siamo cacciati da soli in un pasticcio mortale. Se rientriamo nei ranghi rischiamo grosso, se rompiamo pure. E quel che è peggio è che in tutto questo, Conte non ci ha ancora detto quale è la sua posizione…».
Immagine di copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI
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