Willy Monteiro, le nuove intercettazioni: i fratelli Bianchi volevano incolpare un altro dell’omicidio?
«Loro sanno tutto… loro lo sanno quello che devono fa, lo sanno che se simo missi d’accordo, quello che semo fatto, sanno tutto…». Un’intercettazione ambientale in cui un amico dei fratelli Bianchi, Omar Shabani, inteloquiva con l’amico Michele Cerquozzi fanno pensare a un possibile accordo sulla versione da dare agli inquirenti a proposito dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2000. A parlare delle frasi dei due amici è l’edizione romana di Repubblica, mentre Marco e Gabriele sono stati condannati all’ergastolo. E il sospetto è che l’intercettato si riferisse a Francesco Belleggia. Ovvero l’unico che, all’epoca dell’interrogatorio del giudice per le indagini preliminari, ha fornito una versione attendibile dei fatti. Guadagnandosi così l’etichetta di “infame”.
Un complotto contro Belleggia?
L’idea è quindi che lo svolgimento del processo e le testimonianze su Belleggia che aveva colpito Willy fossero frutto di un accordo di qualche tipo che mirasse a togliere responsabilità dai Bianchi. Shabani, che ha già patteggiato la pena in un processo per estorsione, pestaggi e spaccio di droga insieme ai Bianchi, ha detto in aula che Belleggia avrebbe dato un calcio alla testa del 21enne, il colpo di grazia. «Quando il giovane Willy è caduto in terra – ha sostenuto – ha tentato di rialzarsi ma mentre lo stava facendo, girandosi su se stesso, vedevo Belleggia avvicinarsi a lui e tirargli un calcio con forza, dal basso verso l’alto, al viso, lato sinistro». Anche Cerquozzi, ma la sua testimonianza è stata più sfumata: «Noto Belleggia Francesco caricare indietro un calcio, che poi sferra a qualcosa o qualcuno a cui non saprei dire, visto che mi stavo spostando e tra me e Belleggia c’era un’auto».
Anche un terzo testimone ha detto che Belleggia ha colpito Willy con un calcio in testa paragonato a un calcio di rigore. Ora la Corte d’Assise d’Appello di Roma dovrà capire se c’è stato un complotto contro Belleggia. Nei giorni scorsi erano emerse altre intercettazioni che si riferiscono all’entrata nel carcere di Rebibbia. «Il discorso è che devi sta attento, perché pure se tu stai a dormì. Perché ti zeccagnano», dice Gabriele Bianchi al fratello Marco. Quel «zeccagnano» vuol dire in gergo «ti accoltellano». Per questo Marco all’inizio della sua permanenza a Rebibbia è stato spostato diverse volte dalla sua cella. Ma avrebbe comunque trovato altri detenuti pronti a difenderlo.
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