Oltre 1.000 sindaci firmano l’appello a Draghi. Meloni li attacca: «Uso spudorato delle istituzioni»
Sono più di 1.000 i sindaci che hanno aderito alla lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al governo. L’appello è stato lanciato ieri, 16 luglio, dai primi cittadini di Firenze, Venezia, Milano, Genova, Bari, Bergamo, Pesaro, Asti, Torino, Ravenna e Roma. Nella lettera si legge: «Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo».
L’attacco di Meloni e la replica di Nardella
L’iniziativa non è piaciuta a Giorgia Meloni, che spinge per le elezioni anticipate. Riprendendo la lettera aperta, la presidente di Fratelli d’Italia si domanda se «tutti i cittadini rappresentati» da loro «condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti». Inoltre, Meloni accusa i sindaci di avere usato le «istituzioni senza pudore, come se fossero sezioni di partito». Pronta la risposta del primo cittadino di Firenze, Dario Nardella: «L’attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell’onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse FdI spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Pese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere».
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