L’ultimatum di Conte agita il M5s, oggi nuova assemblea dei parlamentari. Bugani: «Se cade il governo lasciamo il Paese a Meloni»
Il Movimento 5 Stelle resta in difficoltà dopo lo scoppiare della crisi di governo, arrivata ufficialmente con le dimissioni del premier Mario Draghi lo scorso giovedì 14 luglio. Si susseguono gli incontri e le riunioni, e pian piano sta emergendo una linea governista tra le fila del partito, che contesta l’ultimatum del leader rilanciato ieri, 16 luglio, durante una conferenza stampa. «Senza risposte chiare – ha detto riferendosi al documento consegnato a Draghi – e se non ci verrà garantito rispetto, il M5s non potrà condividere una responsabilità diretta di governo». Ieri sera si è conclusa l’assemblea dei parlamentari del M5s con Giuseppe Conte, che è stata però aggiornata a oggi. Ma la linea contraria non è abbastanza per evitare la crisi: alla fine si sono contati otto interventi di deputati contrari alla linea scelta dal partito per affrontare la crisi di governo. Il resto degli interventi, racconta a Ansa una fonte che ha seguito la riunione, è stato favorevole alla linea illustrata da Conte, senza nascondere la problematicità della situazione per il Paese. Durante, Massimo Bugani, assessore a Bologna col sindaco Pd Matteo Lepore, dice allarmato: «Oggi per il M5S andare all’opposizione significa tornare soli contro tutti, a ululare alla luna». Magari si guadagna qualche punto, anche il 3 o il 4%, ma «consegnando il Paese a Giorgia Meloni o forse a Renzi e Brunetta». Bugani, che accusa Conte di essere rimasto chiuso nei Palazzi per tutto il tempo, spinge sull’alleanza con la sinistra: «Io mi metterei molto velocemente con ago e filo a tessere la tela con chi è vicino a me, lavorando per salario minimo dignitoso, diritti uguali per tutti, aggiustando il reddito di cittadinanza e il superbonus, lavorando per l’ambiente, per combattere mafie e corruzione».
Immagine di copertina: ANSA
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