L’appello del terzo settore per il governo Draghi: «Ora una crisi non serve a nessuno. Gravi conseguenze per tutti»
Alla lista, sempre più lunga, di chi chiede pubblicamente a Mario Draghi di rimanere alla guida del governo (tra sindaci, industriali ed esponenti della comunità internazionale), si aggiunge il mondo dell’associazionismo, che ha deciso di lanciare un «appello al presidente del Consiglio e alle forze politiche che l’hanno sostenuto affinché venga scongiurata una crisi di governo». Il documento, firmato e diffuso da Acli, Arci, Azione Cattolica, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l’Unità, è aperto alle sottoscrizioni del resto del terzo settore.
«Noi, rappresentanti di associazioni, movimenti e organizzazioni della società civile esprimiamo profonda e sincera preoccupazione per la crisi di governo appena aperta. Aldilà delle differenti valutazioni – si legge nella lettera – che vi possano essere su responsabilità ed operato degli attori in campo, riteniamo che la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse». «Ne pagheremmo tutti le conseguenze», recita l’appello, parlando di una tempesta perfetta di crisi parallele che già si abbatte con più violenza sui più deboli.
Per questo bisogna «trovare prontamente una composizione delle differenti posizioni. Non si tratta di minimizzare la realtà o ignorare le differenze: la democrazia è anche conflittualità non violenta tra posizioni spesso divergenti». Ed è compito proprio della politica «di attraversare il conflitto» e «trovare la migliore soluzione» in nome dei molti cantieri aperti (Pnrr, Decreto semplificazioni, misure urgenti per i redditi bassi, crisi energetica) e delle «troppe urgenze dettate dal bene comune». Poi le associazioni concludono: «Noi porteremo avanti nella società, con sempre maggior impegno, le nostre istanze e le nostre proposte di cambiamento economico e sociale, ma ora una crisi non serve a nessuno».
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