Le truppe di Crippa. L’ultima chance per chi vuole tenere in vita il governo è la fuoriuscita dal M5S dei governisti
È inutile girarci intorno: la sopravvivenza del governo Draghi, al di là della scelta finale del più diretto interessato che è tutta da verificare, poggia in questo momento soprattutto su quella che qualcuno definisce l’operazione Crippa, cioè la possibilità di fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle di un congruo numero di deputati (praticamente tutto il direttivo alla camera a partire dal capogruppo). Si parla di una lista di venti/trenta deputati. Nella speranza di chi dall’esterno tifa per questa ipotesi (il Pd lettiano, Di Maio e i suoi, l’ala draghista di Forza Italia e Lega) la nuova scissione dovrebbe convincere Draghi a considerare che la gran parte del “M5s originario” continua a sostenere il governo, e che la sua azione può non essere interrotta, anche se Conte e i suoi irriducibili passeranno all’opposizione. Strada stretta, carica di “se”, a cominciare dall’esito di questa pirandelliana assemblea congiunta degli eletti 5 stelle, che passa di aggiornamento in rinvio da almeno tre giorni, e che forse finirà stasera. Con un ulteriore elemento di incertezza: che sarà dei tre ministri del Movimento? Si dà per scontato che Patuanelli si dimetterà, e che D’Incà resterà al suo posto. E Dadone? Vedremo, forse.
Immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI
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