Brunetta ha un piano per salvare Draghi: «Un nuovo accordo su due punti: europeismo ed atlantismo»
Il ministro Renato Brunetta propone un patto per salvare il governo Draghi. In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera il responsabile della Pubblica Amministrazione si dice «convinto che nessuno debba tirare Draghi per la giacca. Lui sa già cosa deve fare, perché è quello che ha già fatto per 17 mesi: pensare unicamente al bene del Paese, fare le riforme, attuare il Pnrr e difendere le radici, ossia i valori che ha tutelato instancabilmente finora, permettendo all’Italia di recuperare credibilità e reputazione». Un nuovo accordo si può trovare con «due punti su tutti: l’europeismo “evolutivo”, nel senso inaugurato dal Next Generation Eu, e poi interpretato da lui stesso e da Macron nei discorsi di maggio, e l’atlantismo scevro da ogni ambiguità, tradotto nella vicinanza al popolo ucraino per cercare la pace senza cedere a chi, come Putin, vuole ridisegnare i confini dell’Europa con la forza», dice a Paola Di Caro.
È però essenziale, secondo il ministro, «che i partiti non pretendano da Draghi più di ciò che Draghi ha dato, ma abbiano la forza di condividere con Draghi una nuova prospettiva. I partiti che si riconoscono nell’agenda Draghi-Mattarella devono rinnovare una chiara e ferma responsabilità verso il Paese, riconfermandosi reciprocamente, e poi manifestando al Quirinale e allo stesso premier le ragioni di una fiducia non più solo emergenziale, ma squisitamente politica, per da- re continuità e stabilità all’azione di governo. Il capo dello Stato si troverebbe di fronte a una nuova manifestazione di significativa volontà politica». Sperando che al premier basti: «Occuparsi e preoccuparsi unicamente dell’interesse nazionale, con lo sguardo alle prossime generazioni: questo fa un vero statista, e non occorre aggiungere altro».
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