Braccio di ferro Crippa-Conte, il capogruppo M5s alla Camera insiste: «Se Draghi apre ai 9 punti di Conte non ha senso negare la fiducia»
Il muro contro muro del M5s tra il capogruppo alla Camera Davide Crippa e l’ex premier Giuseppe Conte rischia di andare avanti almeno fino a giovedì 21 luglio, quando a Montecitorio si voterà sulla fiducia al governo Draghi. Fiducia che Crippa ha ribadito ancora oggi di voler votare e con lui un nutrito gruppo di deputati grillini. A condizione però che il premier Draghi apra chiaramente al documento che lo stesso Conte gli aveva consegnato: «L’ho scritto in una chat – ha detto oggi Crippa alla fine della riunione dei capigruppo alla Camera – ascolteremo il discorso di Draghi in aula domani. Trovo chiaro che se aprirà ai principali temi posti all’interno dei 9 punti da parte del Movimento 5 stelle, diventa ingiustificabile non confermare la fiducia».
Ancora ieri il capogruppo Cinque stelle aveva ribadito che «non si capisce perché il M5s non avrebbe votare» la fiducia, visto che il Movimento ha sempre sostenuto che il mancato voto sul Dl Aiuti non voleva essere una sfiducia al governo. La decisione finale però non sarebbe del tutto scontata da parte del gruppo grillino, spiega Crippa, che si aspetta un segnale da parte del premier: «C’è una variabile, Draghi deve dire qualcosa». All’orizzonte però non si esclude neanche un’altra scissione nel M5s, nel caso in cui i deputati, almeno 20, dovessero ribellarsi alla linea di Conte. Tema che Crippa per ora cerca di glissare: «L’oggetto sarà cosa dirà Draghi e come si reagirà alle dichiarazioni di Draghi».
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