Roma, la clausola nel contratto di Dybala: a quanto ammonta e come funziona
Dopo l’ufficialità, arrivata nelle scorse ore, della firma di Paulo Dybala con la Roma, ha iniziato a far parlare di sé una clausola presente nel contratto dell’argentino. Una scrittura privata – non essendo presente nel comunicato ufficiale del club – che le due parti hanno voluto concordare e sottoscrivere per avere libertà di scelta futura nell’intraprendere strade diverse. Volgarmente chiamata clausola rescissoria, quella sottoscritta dalla Roma e da Dybala si articola in maniera più complessa. Una condizione che il calciatore e i suoi agenti hanno posto come imprescindibile in ogni trattativa, anche con l’Inter e con il Napoli, in virtù della condizione vantaggiosa di poter far firmare un calciatore come Dybala a parametro zero.
Le cifre della clausola
Paulo Dybala ha firmato un contratto triennale con la Roma da 4,2 milioni di euro netti più bonus, un ingaggio molto inferiore alle richieste fatte a Napoli e Inter. Una condizione che ha fatto sì che la clausola inserita fosse di un ammontare relativamente basso rispetto al valore del calciatore: si attesta infatti attorno ai 20 milioni di euro. Inoltre, qualora fosse esercitata da un altro club, il calciatore avrebbe in suo favore una percentuale della clausola stessa. In sintesi, in ogni sessione di calciomercato un qualsiasi club potrà versare 20 milioni nelle casse della Roma e avere la possibilità di acquistare Dybala, previa la sua accettazione della futura destinazione
Ma, particolare importante, la Roma si è riservata la facoltà di risolverla a proprio favore in alcuni casi e quindi “bloccare” un trasferimento ad un altro club attraverso determinati parametri. Quindi in caso un altro club voglia esercitare la clausola, la Roma avrà la possibilità di bloccare il trasferimento con degli interventi articolati come l’aumento dell’ingaggio del calciatore, prolungamento del contratto o aumento dei bonus individuali. Un particolare importante che pone la società giallorossa in una posizione di vantaggio rispetto alle clausole di uscita standard – volgarmente chiamate rescissorie – in cui i club proprietari del cartellino del calciatore non hanno nessun potere negoziale.
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