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L’ultimatum di Draghi: «Decide il parlamento non io». E mette la fiducia sulla mozione Casini

20 Luglio 2022 - 17:25 Sara Menafra
Nella stringata proposta si legge: «Udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, le approva». Il centrodestra ha già detto di non essere disposto a votare solo sulla risoluzione del senatore

Trattative fino all’ultimo, una sospensione per discutere con l’intera maggioranza. Alla fine Mario Draghi intervenendo nell’aula del Senato per le repliche, dopo il discorso pronunciato questa mattina, mette il “cerino” nelle mani del centrodestra. Ponendo la fiducia sulla mozione presentata da Pier Ferdinando Casini che approva semplicemente il discorso di Draghi, senza porre condizioni. Il centrodestra in una nota di poco prima delle repliche ha fatto sapere che avrebbe votato solo la propria, ma la mossa di Draghi potrebbe metterli in difficoltà perché segnerebbe anche formalmente che Lega e Forza Italia hanno scelto lo strappo.

«Sarà una replica breve, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo con lealtà, collaborazione, partecipazione. Il secondo punto riguarda una osservazione fatta da Casini, Gasparri, Santanché, Licheri, per i quali avrei fatto un intervento che sembra dire che non abbiamo una democrazia parlamentare». Quindi, visibilmente emozionato, Draghi ripete che il fatto che si sia presentato al parlamento, sulla base del sostegno arrivato dal paese, rispecchia il suo rispetto per il parlamento: «Quel sostegno mi ha fatto pensare di proporre un patto, ma siete voi che decidete».

E ancora due repliche, una a destra su ius scholae e droghe leggere, che «temi parlmentari e non proposto dal governo». E l’altra ai cinque stelle, sia sul reddito di cittadinanza, da ridisegnare, e sul Superbonus: «È stato disegnato un meccanismo sbagliato, è chi l’ha fatto il responsabile di questa situazione. Ora bisogna riparare il mal fatto e tirar fuori dai pasticci le migliaia di imprese che si trovano in difficoltà. Non ho molto da dire chiedo che sia posta la fiducia sulla mozione presentata dal senatore Casini».

In un intervento in cui appariva visibilmente emozionato Draghi ha anche replicato agli interventi di vari senatori: «Mi è stato detto che non considero la nostra una democrazia parlamentare. Ma sono qui perché me l’ha chiesto il presidente della Repubblica, ho proposto un patto nuovo, siete voi che decidete. Non ho mai chiesto pieni poteri». Quindi ha replicato alle critiche arrivate sia dalla Lega, su cannabis e ius scholae, «non fanno parte del programma di governo», sia a quelle dei cinque stelle che lamentano come il tema del Superbonus non sia stato toccato: «È stato creato un pasticcio, la responsabilità è di chi l’ha fatto, ora vanno salvate le imprese che sono nei guai». Dopo le comunicazioni di Draghi, la seduta è stata sospesa in attesa di una nuova capigruppo.

Il nodo delle mozioni

La scelta di porre la fiducia sulla mozione presentata da Pierferdinando Casini è un fatto tutto politico. Il documento presentato dall’ex presidente della Camera, affida a Draghi una fiducia piena e la possibilità di andare avanti con una delega ampia, come ha chiesto lo stesso Draghi. Visto che è stata posta la questione di fiducia, la mozione, che pubblichiamo in foto, sarà l’unica messa ai voti: il quorum, perché il voto sia valido, è a 161 partecipanti, in teoria basta che i sì battano i no, ma ovviamente il risultato finale avrà un significato politico determinante. Nel frattempo il centrodestra, con primo firmatario Roberto Calderoli, è automaticamente decaduta.

La mozione presentata da Pier Ferdinando Casini

Il dato politico a questo punto saranno i voti raggiunti dalla mozione di Casini. Stando alle indiscrezioni di queste ore, il centrodestra vorrebbe uscire dall’aula mentre il Movimento cinque stelle potrebbe votare no. A quel punto Mario Draghi salirà al Colle, quasi certamente per rassegnare le dimissioni anche se è ancora tecnicamente possibile che riceva un nuovo incarico.

La nota del centrodestra

Intanto, mentre sono in corso le dichiarazioni di voto, arriva una nota del centrodestra di governo che sembra chiudere definitivamente alla possibilità di votare la fiducia sulla mozione Casini: «Forza Italia, Lega, UDC e Noi con l’Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore – Pierferdinando Casini – eletto dalla sinistra. Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del consiglio Mario Draghi la disponibilità del centrodestra di governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul “nuovo patto” che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal centrodestra di governo in Senato».

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