Rishi Sunak e Liz Truss: chi sono i candidati per diventare i successori di Boris Johnson alla guida del Regno Unito
Il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e la ministra degli Esteri Liz Truss. Sono loro che si sfideranno per subentrare a Boris Johnson come leader dei conservatori e Primo ministro del Regno Unito. Il quinto scrutinio dei deputati del partito di maggioranza è terminato con 137 voti per Sunak e 113 voti per Truss. Fuori dai giochi Penny Mordaunt, ministra della Difesa e terzo nome papabile per essere il prossimo inquilino del numero 10 di Downing Street. Mordaunt si è fermata a 105 voti. Per conoscere il vincitore ora bisogna aspettare il 5 settembre, quando voteranno per il loro nuovo leader i 160 mila iscritti al Tory Party, il Partito conservatore. Una carica da cui Johnson si è dimesso il 7 luglio 2022. A certificare i risultati è stato Graham Brady, il presidente del Comitato 1922 che si occupa di gestire le elezioni interne al gruppo conservatore alla Camera dei Comuni. Sunak e Truss erano dati come favoriti fin dall’inizio nella corsa alla leadership.
Chi è Rishi Sunak
Classe 1980, eletto per la prima volta alla Camera dei Comuni nel 2015, Rishi Sunak per oltre due anni ha ricoperto la carica di Cancelliere dello Scacchiere nel secondo governo guidato da Boris Johnson. Una carica che corrisponde a quella di Ministro delle Finanze. Anche Sunak è stato coinvolto dallo scandalo Partygate in cui Johnson e alcuni suoi alleati sono stati multati per aver violato le restrizioni per contenere la pandemia di Covid-19. Le sue dimissioni, arrivate il 5 luglio, sono state l’inizio di una serie di addii che ha poi portato al passo indietro di Johnson.
Chi è Liz Truss
Classe 1975, è entrata in Parlamento nel 2010 e ha ricoperto diversi incarichi governativi. L’ultimo è stato quello di ministra degli Esteri ma negli anni precedenti è stata anche ministra per le Pari Opportunità e Segretaria di Stato per il Commercio Internazionale. Secondo la Cnn, Truss è il candidato che garantirebbe la continuità politica con Johnson. Nel 2016 aveva votato per la permanenza del Regno Unito durante il referendum per la Brexit ma successivamente ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione degli accordi commerciali che hanno portato il Paese fuori dall’Unione europea.
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