Giuliano Castellino lascia Forza Nuova e aderisce al gruppo antiglobalista No vax di monsignor Viganò: «Non vogliamo più stare all’angolo»
Da poco tornato in libertà, Giuliano Castellino ha annunciato di aver lasciato Forza Nuova. Con un comunicato dal titolo «Libertà e popolo al centro», lui e Giuseppe Provenzale hanno spiegato la ragione per la quale non saranno più vicesegretari del movimento di estrema destra. Castellino era finito in carcere, assieme Roberto Fiore, altro leader di partito, per aver guidato l’assalto alla sede nazionale della Cgil dello scorso 9 ottobre. Come ha confermato in un’intervista rilasciata a AdnKronos, le nuove «idee partono proprio dalla piazza del 9 ottobre». Migliaia di No vax e No Green pass erano scesi per le strade di Roma quel giorno al grido «libertà libertà». «Una Pentecoste di libertà», afferma Castellino. Quella che sarà la nuova avventura politica dell’ormai ex vicesegretario di Forza Nuova è ancora da definire, ma gli ideali di partenza sembrano essere già chiari.
Come ha scritto nel comunicato e ripetuto poi davanti alla telecamera, Castellino vuole aderire all’appello lanciato dal Monsignor Carlo Maria Viganò: «Sì all’alleanza antiglobalista per dire no alla tecnocrazia». L’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, che afferma come la pandemia da Covid-19 sia una punizione di Dio, ha più volte denunciato il fatto che un’ipotetica «élite finanziaria e ideologica è riuscita a prendere il controllo di parte dei governi nazionali, istituzioni, media, magistratura, politici e leader religiosi». In poche parole: «Tutti questi sono diventati schiavi dei nuovi padroni».
«Non vogliamo più stare all’angolo. Com’è stato il 9 ottobre, vogliamo stare al centro. Plurale, antiecologico», ribadisce Castellino: «In Italia ci sono milioni di persone che rappresentano la resistenza. Il fronte del dissenso è ampio. Ci sono milioni di italiani che non si sono vaccinati e altrettanti che si sono pentiti di averlo fatto». Ma i punti di disaccordo superano la pandemia, toccando le maggiori problematiche che il Paese sta affrontando. «Tanti sono contrari all’intervento Nato in Ucraina. Sono scontenti di dove il governo ci ha portato, in una crisi economica senza precedenti. Ieri Draghi si è autostaccato la spina per addormentare la protesta, il malcontento generale, ma non basterà certo per eliminare i problemi dell’Italia».
Al suo fianco c’è Carlo Taormina. Avvocato attivo nella scena politica, Taormina aveva espresso solidarietà nei confronti di Castellino e Fiore in seguito all’arresto dopo l’assalto alla Cgil, al quale aveva partecipato anche lui. «Bisogna determinare meglio gli obiettivi da perseguire all’insegna della non violenza e della collaborazione», dice Taormina, «Siamo pronti ad accogliere tutti i movimenti di dissenso contro una politica liberticida che sta andando avanti da troppo tempo».
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