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Catania, donna in terapia intensiva dopo la puntura della «Caravella portoghese»

22 Luglio 2022 - 16:38 Enrico Spaccini
Si tratterebbe di uno degli animali più pericolosi dei mari italiani. Il suo veleno può provocare uno shock anafilattico

Stava nuotando nelle acque delle Isole Ciclopi, i faraglioni davanti ad Aci Trezza, nel Catanese, la donna che ora è ricoverata nel reparto di terapia intensiva al Policlinico San Marco di Catania. Secondo quanto si apprende, sarebbe stata punta da una Caravella portoghese. La donna, tornata a riva, aveva iniziato ad accusare mal di testa e nausea. Nel giro di pochi minuti le condizioni della donna, con patologie pregresse, si erano aggravate: prima vomito e poi attacchi di panico, difficoltà respiratorie e aritmia cardiaca. «Sintomi così importanti e lesioni cutanee lasciano immaginare che si tratti della puntura di una Caravella portoghese», ha spiegato a Repubblica il primario Benedetta Stancanelli.

L’animale è uno dei meno noti, ma tra i più pericolosi che possiamo trovare nei mari italiani. Quello che a prima vista potrebbe far pensare a una medusa, è in realtà una colonia di idrozoi: piccoli animaletti d’acqua che sono soliti raggrupparsi formando polipi o, appunto, meduse. La loro sacca può arrivare ai 20 centimetri di lunghezza, ma i suoi tentacoli raggiungono anche i 30 metri. Difficilissime da vedere in mare, il loro veleno può portare a uno shock anafilattico.

Non si registrano numerosi casi di “puntura” da parte delle Caravelle portoghesi, ma nell’agosto del 2010 una donna di 69 anni morì a causa loro in Sardegna. Prima del caso di Catania, erano state avvistate nel mar Ligure, al largo di Chiavari, un’altra in Sardegna e a Villa San Giovanni, nello stretto di Messina.

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