La storia di Patrizia Caprelli, la prof che ha creato una borsa di studio per studenti con la sua pensione
Una vita dedicata all’insegnamento e ai giovani, ma Patrizia Caprelli, 69 anni, docente di conversazione inglese in pensione, sentiva di aver ancora qualcosa da dare ai suoi studenti. Da qui, la decisione di mettere a disposizione mille euro dei suoi risparmi per due borse di studio che ogni anno andranno agli studenti più meritevoli dell’Istituto tecnico superiore Scarpellini di Foligno, una delle scuole dove ha insegnato nel corso degli anni. Da una parte, la volontà di «dare una speranza ai giovani che più si sono distinti nell’esame di maturità», dall’altra, quella di «lasciare un segno in questa vita e nell’istituto che mi è rimasto nel cuore».
Una vita dedicata all’insegnamento
La docente, infatti, è rimasta molto affezionata allo Scarpellini: l’unica scuola in cui è riuscita a insegnare per tre anni di fila. Perché quella di Caprelli, se vogliamo, è anche una storia esemplare del precariato che affligge i docenti: la professoressa, madrelingua inglese perché figlia di emigrati spoletini in Canada, ha girato tante scuole superiori dell’Umbria come lettrice, raggiungendo la cattedra di ruolo appena un anno prima di andare in pensione, nel 2021. E prendere 800 euro al mese. Ma lei sembra non badarci e, davanti agli elogi per il suo generoso gesto, minimizza: «Non sono molti, ma ho un po’ di risparmi dal passato e non viaggio. Poi non avendo figli o parenti cui badare, ho pensato che fosse bello destinare questa somma di denaro per incentivare due giovani a guardare con maggiore ottimismo al domani. Certo, 500 euro non ti risolvono la vita, ma se soltanto saranno da stimolo per chi li riceve, l’obiettivo sarà stato centrato», ha raccontato all’Ansa la docente. «Alle ragazze e ai ragazzi di oggi – ha aggiunto – dico di essere ambiziosi, in qualche modo di avere fame. Devono desiderare di fare esperienze e crescere e spero che il mio piccolo contributo possa stimolarli in tal senso».
La Sunshine Scholarship
La decisione della borsa di studio è maturata negli anni. «Ci pensavo spesso. Poi quando sono andata in pensione mi è sembrato il momento giusto. L’ho chiamata Sunshine Scholarship perché la parola “sunshine“, raggio di sole, è stata ricorrente nella mia vita. C’era la canzone di Johnny Cash, e poi quel coniglietto bianco che avevamo in casa, che si chiamava Sunshine», racconta al Corriere della Sera. A breve, la sua borsa di studio diventerà realtà: l’istituto ha già indetto un bando, che scadrà a fine luglio, e la premiazione avverrà a settembre. A ricevere i soldi i due studenti appena maturati che si saranno distinti per il voto finale, quello di ammissione all’esame e la partecipazione alle attività scolastiche, con il discrimine, in caso di pari merito, delle necessità economiche della famiglia.
La preside dell’Istituto, Federica Ferretti, quasi si commuove nel commentare l’iniziativa dell’ex collega con il Corriere della Sera: «Sono stata anch’io insegnante e con Patrizia ci siamo conosciute anzitutto da colleghe. Ce ne vorrebbero tantissime, di persone come lei: la scuola ha bisogno di essere sostenuta da tutti, non solo dagli enti e dalle aziende. Il suo gesto dimostra una grande nobiltà d’animo e ci emoziona tutti. Abbiamo diversi studenti che non possono permettersi di proseguire gli studi. Questo piccolo aiuto li stimolerà».
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