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«Silvio sarai presidente del Senato. E se Mattarella si dimette…», la promessa di Salvini mentre Draghi cadeva

Nelle ore convulse di mercoledì scorso, quando si stava consumando la caduta del governo Draghi, il Cav sarebbe stato irreperibile anche dal Quirinale. Il sospetto è che il cellulare fosse in mano di qualcuno a lui vicino, che lo avrebbe escluso dalla gestione

Non solo Silvio Berlusconi punta a tornare in Senato, dopo esserne stato escluso nel 2013 dopo la condanna della Cassazione per il processo Mediaset, ma l’obiettivo del Cav sarebbe lo scranno più alto di palazzo Madama. Un’idea di cui secondo il retroscena di Tommaso Ciriaco su Repubblica si sarebbe sempre più convinto soprattutto per l’insistenza di Matteo Salvini. «A ottobre sarai Presidente del Senato», gli avrebbe detto il leader della Lega sulla macerie ancora fumanti del governo Draghi. Tutto succede lo scorso mercoledì, durante il vertice di centrodestra a Villa Grande, residenza romana dell’ex premier, proprio mentre al Senato Draghi sta per cadere.

Secondo Repubblica, Berlusconi in quelle ore cruciali sarebbe stato praticamente irreperibile, ignaro di quel che stava realmente accadendo a palazzo Madama. Lo avrebbe provato a chiamare Draghi, ci avrebbero provato anche dal Quirinale. La voce citata da Repubblica rilancia l’ipotesi che il cellulare di Berlusconi in quei momenti convulsi fosse nelle mani di qualcuno vicino a lui, per esempio la fidanzata Marta Fascina. Una sorta di cordone creato dai vertici di Forza Italia d’accordo con quelli salviniani, ormai determinati a staccare la spina al governo.

A quel punto è impossibile tornare indietro. La promessa di Salvini si fa insistente, l’idea di tornare al Senato da presidente alletta l’ex premier, in una sorta di risarcimento morale per la fallita operazione di salire al Colle. E secondo Repubblica, sarebbe ormai così convinto da ripeterlo a tutti quelli che sente: «dovevo diventare presidente della Repubblica, nessuno può vantare la mia storia, quindi adesso…».

L’idea sarebbe stata ripetuta anche a Giorgia Meloni due giorni fa, che secondo Salvini, alla luce della maggioranza a cui il centrodestra potrà aspirare, anche se dovesse diventare premier la leader di Fratelli d’Italia, nessuno si opporrebbe a Berlusconi come seconda carica dello Stato. Con una suggestione fantasiosa che avrebbe ancor di più solleticato le ambizioni del Cav, a cui avrebbero ipotizzato le dimissioni anticipate di Sergio Mattarella, che lo porterebbe a fare da reggente della Repubblica.

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