Turisti britannici in trappola all’imbarco con la Francia, il sospetto di Londra della «vendetta per la Brexit»: cosa è successo a Dover – Il video
Le scuole sono chiuse, agosto è alle porte e in una delle estati più roventi che si ricordano migliaia di famiglie britanniche non attendono altro che potersi imbarcare per raggiungere l’Europa. Tuttavia, già da venerdì si sono iniziate a formare code chilometriche per accedere al porto di Dover. La città dell’estremo sud-est britannico da dove partono i traghetti. Un «sabotaggio», dicono gli inglesi. Un «problema tecnico», affermano i francesi. Fatto sta che migliaia di turisti sono stati costretti ad attendere anche più di 6 ore per poter accedere ai controlli di frontiera. Come riporta il Corriere della Sera, il problema sarebbe che i francesi avrebbero aperto solo 4 delle 10 postazioni previste. In base agli accordi Londra-Parigi, infatti, i documenti vengono controllati prima di salpare verso l’Europa. Dopo la Brexit, i turisti devono farsi timbrare anche il passaporto e con la pandemia sono previsti anche altri accertamenti specifici. Ecco che, come mostra il filmato pubblicato su Twitter venerdì 22 luglio, migliaia di auto rimangono ferme per ore.
July 22, 2022
Problemi anche per gli autotrasportatori
Oggi la situazione sembra meno grave rispetto agli ultimi giorni. A chi decide di partire, però, viene rivolto sempre l’invito a portare cibo e acqua. Tanta. Anche se poi c’è il problema del bagno. Non si tratta, però, solo di dover sopportare il caldo e superare lo stress. Perché, come riporta la Bbc, queste code costringono gli oltre 3mila autotrasportatori a parcheggiare i loro camion in attesa che la situazione si sblocchi. Alcuni hanno aspettato anche 18 ore prima di poter attraversare la Manica. E che non gli venga in mente di saltare la fila, perché saranno sanzionati con 350 euro di multa e verranno rispediti in ultima posizione.
Situazione evitabile o conseguenza della Brexit?
In Gran Bretagna ne sono certi: è una vendetta per l’uscita dall’Unione Europea. Tuttavia, come ricordato dal ministro per le Opportunità della Brexit, Jacob Rees-Mogg, la fallita introduzione di questi controlli già pianificati «colpirà allo stesso modo l’economia francese e le famiglie britanniche». Liz Truss, ministra degli Esteri britannica e candidata alla successione di Boris Johnson, ha scritto in un comunicato: «Questa terribile situazione era internamente evitabile ed è inaccettabile. È necessario che la Francia agisca per limitare ogni futuro disagio». Aggiungendo che si metterà in contatto con la sua omologa d’oltremanica Catherine Colonna. Dal lato continentale della Manica l’interpretazione di questo problema è diversa. «Non c’è bisogno di incolpare le autorità francesi», scrive il deputato Pierre-Henri Dumont di Calais, la città francese vicina a dove termina l’Eurotunnel, «è una conseguenza della Brexit».
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