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Tomaso Montanari: «È inutile che adesso gridiate al pericolo fascista. La porta a Meloni l’avete spalancata voi»

27 Luglio 2022 - 10:53 Redazione
TOMASO MONTANARI
TOMASO MONTANARI
Lo storico dell'arte contro la sinistra e i giornali: se ne accorgono soltanto oggi?

«Ma, soprattutto, quel che appare una inaccettabile falsificazione è che la caduta di Draghi apra la porta alla Meloni. Quella porta è stata spalancata, da anni, dall’assenza di una qualunque sinistra, dall’abbandono sistematico del progetto costituzionale». Tomaso Montanari prende posizione sul “pericolo fascista” alle elezioni. Lo storico dell’arte e rettore dell’Università per gli stranieri di Siena ne parla in un lungo editoriale pubblicato sul sito Volerelaluna.it. Nel quale fa prima di tutto notare che il “pericolo Meloni” non nasce oggi e non si sarebbe esaurito con il voto nel 2023: «Ma, ora, cosa succederà, ci si chiede. Vincerà l’estrema destra, avremo un governo Meloni, e cioè un governo di matrice fascista? È ben possibile che questo avvenga. Tuttavia, è profondamente disonesto non dire che sarebbe stato altrettanto possibile (forse anche di più) se si fosse votato a fine legislatura, in primavera. Non sarebbero certo stati pochi mesi in più, con Fratelli d’Italia come unica opposizione, a escludere questa possibilità. Anzi». Poi segnala che è irritante vedere i giornali italiani accorgersene soltanto adesso: «Sono gli stessi che l’hanno in ogni modo minimizzato, che hanno sdoganato l’ex ministra di Berlusconi come “lucida leader politica”, che ne hanno pubblicato ossessivamente la pubblicità al libro-manifesto. Gli stessi giornali che hanno difeso a oltranza il revisionismo di Stato che ha devastato il calendario civile nato dalla Resistenza». Infine, una battuta di Crozza: «Ci è stato detto che bisognava fare politiche di destra – destra economica e destra securitaria – per fermare la destra: una dissennata omeopatia che si è risolta invece in una mitridatizzazione, cioè in un lento e costante spostamento a destra di tutto il quadro politico – e, cosa più grave ancora, del senso comune del Paese. La sintesi migliore è la battuta che il Marco Minniti impersonato da Maurizio Crozza ripeteva ossessivamente: “Non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti!”».

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