La Russia dietro la caduta Draghi? I partiti spingono il caso verso il Copasir. FdI: «Vicenda da chiarire». Letta: «Si indaghi»
«Le questioni di carattere internazionale vanno chiarite e approfondite. Noi siamo al fianco dei nostri alleati». Con queste parole Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, risponde alle domande che gli vengono poste dai giornalisti al termine dell’Assemblea nazionale della Coldiretti. A Palazzo Rospigliosi questa mattina c’erano tutti i più grandi rappresentanti politici del Paese per parlare dell’economia e del settore agroalimentare. Tuttavia, sono le rivelazioni pubblicate da La Stampa a dominare la discussione. Nell’articolo firmato da Jacopo Iacoboni sono stati riportati stralci di documenti dell’intelligence con la trascrizione di alcuni colloqui avvenuti tra Matteo Salvini e un funzionario dell’ambasciata russa in Italia, Oleg Kostyukov. In particolare, l’incontro che c’è stato tra i due tra il 27 e il 28 maggio in cui Kostyukov gli chiedeva se stesse valutando di ritirare i propri ministri dal governo Draghi. Se Lollobrigida dice che la richiesta di verificare la veridicità di queste rivelazioni «è legittima», il leader della Lega le ha prontamente definite «sciocchezze». Di diverso avviso è il segretario del Copasir, e senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno: «La possibilità di un’ingerenza della Russia nelle prossime elezioni è qualcosa di concreto», dice assicurando che porterà «la questione all’attenzione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica in modo da mettere in sicurezza il voto del prossimo 25 settembre».
L’allarme massimo
Per Enrico Letta, queste sono vicende «inquietanti. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi». Intanto, Pd e Iv hanno chiesto alla Camera un’informativa urgente tramite le parole dei deputati Lia Quartapelle e Gennaro Migliore, mentre l’autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il sottosegretario Gabrielli afferma che le rivelazioni del quotidiano torinese «non sono attribuibili all’intelligence». Chiede spiegazioni anche Luigi Di Maio. Secondo il ministro degli Esteri, e leader di Insieme per il futuro, l’allarme «deve essere massimo» e bisogna prestare attenzione alle «influenze russe sulla campagna elettorale». Nelle sue dichiarazioni, Di Maio ricorda come questo episodio sia simile «all’endorsement dell’ambasciatore russo Razov a Roma alla bozza di risoluzione del partito di Conte sulla questione Ucraina». Ed è arrivata pronta la reazione del leader del Movimento Cinque Stelle: «Le dichiarazioni di Di Maio? Io non rispondo di affermazioni che non ho letto. Io non so che corbellerie possano dire altri… Il sottoscritto non è andato in alcuna ambasciata russa, non ha avuto nessun contatto con esponenti del governo russo, perché noi queste cose non le facciamo. Noi siamo patrioti che tutelano l’interesse nazionale», ha dichiarato Conte, che ha continuato: «Nessuno abbia la miserabile idea di gettare ombre sul comportamento del sottoscritto e del M5s».
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