La Verità silura La Stampa: «Macché scoop su Salvini e i russi, avevamo pubblicato tutto più di un mese fa»
Nel giallo dell’incontro tra Oleg Kostyukov e Antonio Capuano, che voleva organizzare un viaggio a Mosca per Matteo Salvini, oggi La Verità attacca La Stampa. Il giornale fondato da Maurizio Belpietro segnala che aveva pubblicato già un mese fa la storia su Salvini a Mosca citando presunti documenti degli 007. E in più, scrive Giacomo Amadori, associa i fatti alla caduta del governo Draghi. Mentre nella loro interpretazione il Capitano ha rinunciato al viaggio proprio per evitare danni all’esecutivo. «Nella serata del 28 maggio Capuano avrebbe spiegato ai suoi interlocutori dell’ambasciata (Kostyukov, ndr) che il leader della Lega sarebbe tornato sui suoi passi anche per evitare di danneggiare con la sua decisione l’esecutivo. I russi, da parte loro, avrebbero negato possibili ripercussioni su Mosca per la fuga di notizie e si sarebbero mostrati interessati a sapere se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo», è la frase presente nell’articolo pubblicato nel giugno scorso.
Amadori scrive anche che l’autore dell’articolo su La Stampa, ovvero Jacopo Iacoboni, ha citato il quotidiano di Belpietro in un pezzo comparso sul giornale torinese il 17 giugno che parlava dell’acquisto dei biglietti da parte di Kostyukov. E proprio in quell’articolo si raccontava la questione delle dimissioni dei ministri della Lega. Il direttore Belpietro va all’attacco: «Perché trasporre la notizia fino a farla coincidere con i giorni della crisi, quasi che la domanda su una possibile uscita dal governo da parte della Lega fosse riconducibile alla caduta del governo Draghi? La risposta credo che ognuno la possa fornire da sé. Con il polverone si cerca di far credere che esista un legame tra la crisi di governo e il contatto fra il consigliere di Salvini e i russi, quasi che la prima sia stata ispirata da Mosca. Che ci sia della malafede pare evidente. Evidentemente, la disperazione – di perdere le elezioni – fa brutti scherzi».
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