Cosa sappiamo sul razzo cinese che sta per schiantarsi sulla Terra
天宮, Tiangong, dal cinese «Palazzo Celeste». È così che Pechino ha deciso di chiamare il suo avamposto nella frontiera spaziale. Una stazione che secondo le prime previsioni dovrebbe essere pronta nel 2023, tre moduli di cui due dedicati solo ai laboratori che apriranno anche alla Cina la possibilità di fare esperimenti nello Spazio. Prima ancora delle sua inaugurazione, il Tiangong ha già cominciato a far preoccupare il mondo, visto che il 30 luglio, alle 20.26 ora italiana (e con un margine di incertezza variabile di 6 ore) pioveranno sulla Terra alcune tonnellate di detriti provenienti da uno dei razzi spediti in orbita per costruirla.
Il 24 luglio scorso dalla base spaziale di Wenchang in Cina è partito il razzo Lunga Marcia 5B. Il suo compito era quello di portare nell’embrione del Palazzo Celeste il Wentian, il primo dei due laboratori che entreranno in funzione insieme alla stazione spaziale. Una struttura da 22 tonnellate che doveva essere portata a 300 km di altezza per poi unirsi, attraverso la spinta dei motori interni, con il modulo principale Tianhe. Per completare questa operazione il Lunga Marcia 5B ha dovuto compiere una missione suicida.
Un problema di dimensioni e di stadi
I razzi che portano oggetti nell’orbita terrestre di solito sono dotati di due stadi. Un primo stadio che contribuisce alla spinta iniziale e uno successivo che, superato il distacco dalla superficie, porta l’oggetto spaziale nel punto desiderato. Il primo stadio generalmente si stacca poco dopo il lancio per cadere in un luogo sicuro o tornare alla base come nel caso di SpaceX. In questa missione non è andata così. Il Lunga Marcia 5B ha dovuto portare un oggetto così grande da costringerlo a una missione suicida.
Per non rubare spazio al modulo Wentian, il razzo cinese è formato da un unico stadio che dopo essere arrivato in orbita nei prossimi giorni tornerà a Terra senza troppe cerimonie. Contando quello che si distruggerà con l’attrito dell’atmosfera parliamo quindi di una massa compresa tra 5 e 10 tonnellate che dovrà schiantarsi sul nostro Pianeta. Non è un caso o un errore di calcolo. Sebbene una parte del razzo potrebbe frammentarsi entrando in contatto con l’atmosfera, alcuni frammenti potenzialmente pericolosi potrebbero comunque superarla e cadere sulla Terra. Per la costruzione della sua stazione spaziale la Cina ha deciso di adottare questa strategia basata su ritorni “non controllati”.
Al momento non si conosce nemmeno la zona dove dovrebbe verificarsi l’impatto. Fino a poche ore prima del rientro, infatti, sarà impossibile definire con precisione l’area. Al momento gli esperti prevedono che la zona interessata sarà circoscritta all’Oceano Pacifico settentrionale. Secondo quanto reso noto dalla Protezione Civile italiana, però, non è possibile escludere del tutto che i detriti impattino seguendo tre traiettorie verso l’Italia, che potrebbero interessare il Centro-Sud.
In altre occasioni i detriti dei razzi cinesi che avevano seguito la stessa sorte di Lunga Marcia 5B erano arrivati nella Costa d’Avorio e nell’Oceano Indiano. In ogni caso è difficile che il razzo si schianti su un centro abitato. Considerando oceani e terre emerse la percentuale di luoghi abitati dall’uomo è bassa: gli oceani corrispondono al 70 per cento della superficie terrestre e solo il 7 per cento delle terre emerse è abitata dall’uomo.
July 28, 2022
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