Batteri oltre i limiti in Romagna, a Rimini la gente si tuffa nonostante i divieti: «Ma che sarà mai?»
Nemmeno una concentrazione di batteri oltre i limiti previsti è riuscita a fermare i bagnanti del litorale romagnolo. In alcuni punti della costa le acque presentano quantità anomale del batterio Escherichia coli, individuato dalle analisi di Arpae (Agenzia prevenzione ambiente ed energia Emilia Romagna) il 26 luglio. Le rilevazioni hanno cerchiato in rosso ben 22 tratti litoranei aggrediti dal batterio, dove vige già il divieto di balneazione. Ma questo non cambia le abitudini dei bagnanti. «Ma che sarà mai?», si sente dire dai vacanzieri sulle spiagge di Rimini. Sotto gli ombrelloni non si parla d’altro, ma non c’è paura d’infezioni che tenga. Tanto che ieri, quando è stata diramata la notizia del superamento dei limiti di concentrazione batterica, adulti e bambini erano in acqua a giocare.
Niente paura, ci si tuffa comunque
Minimizzando, seccati, sui rischi per la salute: «Ci risiamo, il solito terrorismo mediatico», avrebbe detto un riminese. «È strano perché le fogne sono chiuse, non ci sono stati scarichi in mare», avrebbe provato a rassicurare un operatore balneare. Secondo un altro bagnante, il batterio sarebbe un effetto «del riscaldamento globale», che è poi l’ipotesi più accreditata al momento tra gli esperti. Del resto la città di Rimini era abituata ai divieti di balneazione per il rischio batterico già prima della recente riqualificazione delle fogne. Anche in quel caso, i bagnanti non avevano resistito al richiamo del mare: dopo le piogge e la conseguente apertura degli sfioratori a mare, con cui vengono smaltite le acque in eccesso, centinaia di bagnanti si erano tuffati, incuranti della bandiera rossa.
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