Austria sotto choc: una dottoressa si suicida dopo le minacce di morte dei No-vax
L’Austria è sotto choc dopo aver appreso, ieri 29 luglio, del suicidio di Lisa Maria Kellermayr, una dottoressa che nei mesi scorsi aveva ricevuto ripetute minacce di morte da attivisti No vax e dai sostenitori di teorie complottiste sul Coronavirus. «Mettiamo fine a questa intimidazione e politica del terrore. Nella nostra Austria non c’è posto per l’odio e l’intolleranza», ha detto il presidente Alexander Van der Bellen, ricordando Kellermayr come un medico con un approccio attento alla pandemia, sempre in prima linea nel curare le persone e proteggerle dalle malattie. «Ma alcune persone non potevano sopportare questa cosa. E queste persone l’hanno spaventata, minacciata, prima su internet e poi anche di persona, direttamente nel suo studio», ha aggiunto Van der Bellen. Per lunedì è stata annunciata una commemorazione a Vienna.
Le minacce di morte
Il corpo della dottoressa è stato trovato ieri, 29 luglio, nell’ufficio del suo ambulatorio a Vöcklabruck, in Alta Austria. Secondo i media austriaci gli inquirenti hanno rinvenuto un biglietto d’addio e non hanno intenzione, almeno per il momento, di procedere con un’autopsia. Kellermayr, che aveva rilasciato numerose interviste ai media riguardo la lotta al Covid-19 e all’importanza della vaccinazione, aveva vissuto per un periodo sotto scorta a causa delle minacce ricevute. A giugno aveva chiuso temporaneamente e poi definitivamente il suo ambulatorio, su cui aveva investito 100mila euro per la messa in sicurezza.
«Ho attivato troppo tardi il freno d’emergenza», aveva twittato poche settimane fa, postando anche alcuni dei messaggi minatori ricevuti, che annunciavano prima l’uccisione dei suoi dipendenti davanti ai suoi occhi con un fucile e «con una siringa di vaccino nel cuore», poi la sua morte durante una lobotomia. Secondo gli inquirenti le minacce anonime sarebbero arrivate dalla Germania. Un procedimento della procura di Wels contro un cittadino tedesco è stato archiviato perché le autorità austriache sono state ritenute non competenti. Ma la polizia ha respinto oggi accusa di immobilismo, sollevate dalla stampa e sui social media.
Clima di tensione
Il mese scorso l’Austria aveva rinunciato all’introduzione del vaccino anti-Covid obbligatorio per gli adulti, ritenendo improbabile che la misura risollevasse uno dei tassi di vaccinazione più bassi dell’Europa occidentale. Nell’ultimo anno il Paese è stato travolto da frequenti proteste, con decine di migliaia di persone che sono scese in piazza contro i lockdown e l’ipotesi di un vaccino obbligatorio. Secondo l’associazione dei medici austriaca il suicidio di Kellermayr è la punta dell’iceberg di un ampio fenomeno di minacce contro il personale medico. Il ministro della Salute, Johannes Rauch, di cui la dottoressa aveva chiesto le dimissione su Twitter appena due giorni fa, ha ricordato l’impegno di Kellermayr per la salute pubblica. «Le minacce di morte sono state una brutale realtà. L’odio contro le persone è imperdonabile e deve cessare una volta per tutte», ha detto.
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