Conte a testa bassa contro l’accordo Pd-Azione: «La nuova ammucchiata»
«In bocca al lupo alla nuova ammucchiata». Non ha tardato ad arrivare il commento del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, alla notizia del raggiungimento dell’accordo tra Carlo Calenda e Enrico Letta. L’ex presidente del Consiglio aveva già detto qualche giorno fa che al Movimento non interessa l’agenda Draghi, il fondamento politico che sta alla base della coalizione tra Pd e Azione: «Non sappiamo cosa sia». Per questo motivo nel suo messaggio, che non lascia molto spazio all’immaginazione, Conte ribadisce quelli che saranno gli argomenti che lo distingueranno in campagna elettorale: «Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi». L’alleanza politica a livello nazionale, sulla quale si era fondata la seconda maggioranza di Parlamento guidata proprio da Conte, sembra essere arrivata al capolinea. «Non ci sono possibilità», diceva il presidente pentastellato riguardo un nuovo patto con il Pd. A questa posizione, si è poi aggiunta quell di Calenda che ha ribadito come «in nessun caso» si sarebbe alleato con i 5S.
August 2, 2022
«Altro che progetto per creare un nuovo centro», twitta invece Antonio Tajani. Il coordinatore nazionale di Forza Italia già qualche giorno fa aveva avuto un dibattito a colpi di cinguettii con il leader di Azione dopo la fuoriuscita delle ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Ora dice che Calenda dopo questo accordo sarà «al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più».
August 2, 2022
Meloni: «Contro di noi la solita sinistra»
Dura nei confronti di Azione anche Giorgia Meloni. «Finisce la storiella del partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo», ha dichiarato la presidente di Fratelli d’Italia. Per lei, in questo modo si avrebbe ancora più chiarezza su quelle che sono le forze politiche che scenderanno in campo alle prossime elezioni. «A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra», dice Meloni, «il Pd, la sinistra estrema e Azione».
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