Golden power, le nuove regole del governo contro gli acquisti «ostili» delle aziende italiane
Il Dpcm di adozione del nuovo regolamento sul golden power è stato firmato. Il decreto-legge del 21 marzo 2022 entra così in funzione con la sigla del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. Le nuove norme prevedono alcune misure di semplificazione delle procedure e un rafforzamento delle attività di coordinamento della Presidenza. Un provvedimento reso necessario dalla crescita costante di notifiche di operazioni osservata negli ultimi anni. Come riporta una nota diffusa da Palazzo Chigi, queste sono passate da 8 nel 2014 a 496 nel 2021. Notifiche che arrivano non solo dai settori «tradizionali», ovvero difesa, energia, trasporti e telecomunicazioni, ma anche da quelli che rientrano nelle recenti estensioni del golden power, quindi: tecnologie 5G, salute, agroalimentare, finanziario, creditizio e assicurativo, oltre alle operazioni concluse da soggetti europei.
Le novità del Dpcm
Il golden power altro non è che un insieme di norme che conferisce al governo la capacità di porre condizioni, o se necessario anche veti, in caso di tentativi di acquisto «ostile» (quando il consiglio di amministrazione di una società in vendita si pronuncia contrario all’offerta) da parte di una società estera di un’azienda italiana strategica o attiva in uno di quei settori ritenuti fondamentali. Il nuovo Dpcm, tra le altre cose, permette di affidare le decisioni di «non esercizio» del golden power al Gruppo di coordinamento, in modo da velocizzare i processi. Inoltre, viene istituita una «prenotifica»: questa consentirà agli operatori economici interessati di trasmettere alla Presidenza un’informativa sui progetti di operazione. In questo modo, saprà in tempi più brevi rispetto a oggi se rientra o meno nella assoggettabilità della disciplina del golden power.
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