Taiwan, allarme bomba in aeroporto in visita delle possibile visita di Nancy Pelosi
Stati Uniti: «il più grande distruttore della pace odierna». Non usa mezzi termini il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nel condannare quello che ai suoi occhi è un vero e proprio «tradimento», ovvero la visita a Taipei della speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi, il cui arrivo nella capitale è atteso per stasera (ora locale). In una nota, alludendo chiaramente al disegno cinese di inglobare definitivamente Taiwan nella propria orbita, il ministro avrebbe parlato del principio dell’Unica Cina come del «consenso universale, la base politica per gli scambi della Cina con altri Paesi, il nucleo di interessi fondamentali, una linea rossa e di fondo insormontabili». Alcuni politici, avrebbe aggiunto, «si preoccupano solo dei propri interessi, giocano apertamente con il fuoco su Taiwan e diventano nemici di 1,4 miliardi di cinesi che non finiranno mai bene».
La minaccia di una bomba
Parole al vetriolo, giunte a poche ore dalla minaccia di una bomba in vista dell’arrivo di Pelosi, che ha innescato l’attivazione di misure di sicurezza. Stando a quanto riferito dall’agenzia ufficiale dell’isola, Cna, stasera la speaker della Camera statunitense dovrebbe atterrare all’aeroporto di Songshan, normalmente usato per fini civili e militari. Lo scalo presidiato in queste ore, invece, sarebbe quello dell’aeroporto internazionale di Taoyuan dove, stando a quanto riferito dall’Ufficio di polizia aeroportuale, la collocazione di tre ordigni esplosivi avrebbe richiesto l’immediato intervento di una squadra speciale per la sicurezza.
Le minacce di Pechino
Il nervosismo di Pechino era trapelato già nelle scorse ore con il duro ammonimento della portavoce del ministro degli Esteri cinese, Hua Chunying «Se gli Stati Uniti continueranno a perseguire una linea d’azione sbagliata, si assumeranno tutte le responsabilità per le conseguenze negative».
L’opposizione di Mosca
Toni non dissimili da quelli usati da Mosca per condannare quella che viene letta come una «provocazione» alla Cina. «Washington sta portando destabilizzazione nel mondo. Non ha risolto un singolo conflitto negli scorsi decenni, ma ne ha provocati molti», avrebbe detto sui social media Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. Cui avrebbe fatto eco Dmitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin: «Tutto ciò che riguarda questo tour e una possibile visita a Taiwan» della presidente Pelosi, «ovviamente ha un carattere puramente provocatorio». A riferirlo è l’agenzia Interfax. La Russia, aggiunge la Tass citando il Cremlino, sostiene la Cina sulla questione di Taiwan e comprende le preoccupazioni di Pechino per la possibile visita della speaker.
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