L’appello degli scienziati ai politici per il clima. Il Nobel Parisi: «Votate chi si batte per l’ambiente»
La Sisc, Società italiana per le scienze del clima, lancia un appello alla politica per le elezioni. In una lettera aperta firmata, tra gli altri, da Carlo Barbante e Antonello Pasini del Cnr e Antonio Navarra dell’università di Bologna gli scienziati prendono spunto dalle urne prossime venture:
Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci. Ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro. Ci aspettiamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi. E una pronta azione del prossimo governo sul tema della lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti».
E all’appello aderisce anche il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. In un’intervista rilasciata a Repubblica il professore chiede agli elettori di dare il proprio voto a chi si batte per l’ambiente.
La lettera aperta degli scienziati per le elezioni
Per Parisi «i prossimi anni saranno cruciali. Più si aspetta a prendere provvedimenti, più il riscaldamento continua e diventerà difficile tornare indietro. Si potrebbe arrivare a una situazione capace di innescare enormi incendi, per esempio nelle foreste artiche del Canada o della Siberia, o in quella pluviale dell’Amazzonia, e a quel punto le emissioni di CO2 sarebbero enormi, con conseguenze che i modelli matematici attuali non sono nemmeno in grado di prevedere. È come una diga che incomincia a perdere acqua: se i buchi li tappi quando sono piccoli bene, ma se aspetti di tappare i buchi quando sono grandi fai una fatica enorme e rischi anche che la diga ti caschi addosso».
Ma il problema è che «i politici sempre più spesso hanno un orizzonte di pochi anni, quelli del loro mandato, non intraprendono azioni di lungo termine i cui risultati rischiano di essere inutili per la rielezione. E il clima è uno degli argomenti che ha pagato questa scarsa lungimiranza politica. Però è vero anche che finora gli elettori non si sono fatti molto sentire. Hanno votato anche loro in base ai propri interessi di breve periodo. Dunque la responsabilità è sia dei politici che degli elettori: se questi ultimi non fanno in modo che sia conveniente per i partiti fare una politica climatica, i politici non la attueranno certo in modo spontaneo».
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