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In Georgia le donne in gravidanza potranno riconoscere i feti come dipendenti nella dichiarazione dei redditi

03 Agosto 2022 - 09:46 Gaia Terzulli
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L'ha annunciato il Dipartimento delle Entrate dello Stato. Le donne potranno chiedere una detrazione fino a $ 3.000 per qualsiasi feto il cui battito cardiaco possa essere rilevato «già a sei settimane di gestazione»

In Georgia le donne incinte potranno riconoscere i loro feti come dipendenti nelle dichiarazioni dei redditi. L’ha annunciato in un comunicato di lunedì 1° agosto il Dipartimento delle Entrate dello Stato americano. Dichiarando che avrebbe iniziato a «riconoscere qualsiasi bambino non ancora nato con un battito cardiaco umano rilevabile come idoneo a ricevere l’esenzione individuale dall’imposta sul reddito per lavoro dipendente». Una decisione che giunge a poco più di un mese dal provvedimento del 24 giugno con cui la Corte Suprema americana ha ribaltato la storica sentenza Roe v Wade che, quasi 50 anni fa, sancì il diritto all’aborto a livello nazionale. Lo scorso 20 luglio, poi, una Corte d’appello federale inferiore aveva deciso l’entrata in vigore di una legge della Georgia che vieta la maggior parte degli aborti all’interno dello Stato.

Cosa prevede il provvedimento

I funzionari del Dipartimento delle Entrate hanno specificato che le contribuenti che abbiano presentato dichiarazioni dal 20 luglio in avanti potranno richiedere una detrazione fino a $ 3.000 per qualsiasi feto il cui battito cardiaco possa essere rilevato. Ciò «può verificarsi già a sei settimane di gestazione», prima ancora che la maggior parte delle donne sappia di essere incinta, si legge nella dichiarazione. Naturalmente, le contribuenti dovranno essere pronte a fornire «le cartelle cliniche pertinenti o altra documentazione di supporto … se richiesto dal dipartimento delle Entrate», specificano i funzionari del Dipartimento. L’annuncio è stato accolto con sconcerto dai difensori del diritto all’aborto. Anthony Michael Kreis, professore di Diritto e scienziato politico della Georgia State University, ha scritto su Twitter che, data l’elevata percentuale di gravidanze che entro sei mesi terminano in aborti spontanei, in questo modo il Tesoro statale spenderebbe tanti soldi per gestazioni non portate a termine.

Il divieto d’aborto in Georgia dopo la Corte Suprema

Lauren Groh-Wargo, manager della campagna di Stacey Abrams, candidata governatrice della Georgia, ha twittato: «Quindi cosa succede quando rivendichi il tuo feto come dipendente e poi abortisci spontaneamente più tardi, durante la gravidanza? Vieni indagato sia per possibile frode fiscale che per aborto illegale?» Dopo il ribaltamento della Roe v Wade, la Georgia rientra tra gli oltre dieci Stati americani che vietano l’aborto a partire dalla sesta settimana di gestazione. Ovvero quando molte donne non sanno neanche di essere incinte. Il pugno duro della Corte Suprema avrebbe già costretto diversi pazienti a viaggiare a centinaia di miglia dalle proprie case. Mettendo in pericolo legale sé stessi, le famiglie gli amici  e le organizzazioni per il diritto all’aborto che li hanno sostenuti. Tutto questo, sottolinea il Guardian, mentre in altri Stati  si cerca di criminalizzare ogni forma di aiuto rivolto a chi vuole interrompere una gravidanza.

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