La Cina dà il via alle manovre militari intorno a Taiwan. I media: spari sullo Stretto verso il mare
La Cina ha dato il via, alle 12 locali (6 in Italia), alla più grande esercitazione militare intorno a Taiwan. La manovra è una risposta alla visita sull’isola della Speaker della Camera Usa Nancy Pelosi. I media di Pechino ricordano che si tratta «di manovre militari e d’addestramento su vasta scala». Tra queste, lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missili in sei aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo. In azione è l’Esercito popolare di liberazione (Pla). Più aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone. E intanto, scrive l’Afp, l’esercito di Taiwan «si prepara alla guerra senza volerla».
Secondo le prime informazioni circolate da Taiwan alcuni aerei cinesi hanno passato brevemente il confine, mentre almeno 10 navi di Pechino sono entrate nelle acque territoriali di Taipei. E l’esercito cinese ha sparato proiettili non identificati verso lo Stretto di Taiwan. A Pingtan, isola cinese situata vicino alle manovre in corso, i giornalisti hanno visto sparare diversi proiettili nei pressi di installazioni militari diretti verso il mare e seguiti da pennacchi di fumo bianco.
La portaerei Ronald Reagan nell’Oceano Pacifico
Il ministero della Difesa ha fatto sapere all’agenzia di stampa Reuters che i suoi militari continueranno a rafforzare il livello di allerta. E che reagiranno in modo appropriato alle mosse del nemico. L’esercito di Taiwan sta monitorando da vicino la situazione del nemico nello Stretto di Taiwan e vicino alle isole periferiche di Taiwan. Tutte le sue truppe stanno svolgendo l’addestramento quotidiano come al solito. Intanto i ministri degli Esteri dell’Asean, i 10 Paesi del sudest asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam), hanno avvertito che la situazione di crescente tensione intorno a Taiwan potrebbe innescare «conflitti aperti». I ministri, in una dichiarazione congiunta, hanno affermato che la situazione «potrebbe destabilizzare la regione. E alla fine potrebbe portare a errori di calcolo, gravi confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le principali potenze».
E la Marina degli Stati Uniti fa sapere che la portaerei Ronald Reagan sta effettuando operazioni programmate nel Mar delle Filippine. Ovvero un tratto dell’Oceano Pacifico occidentale di 5,7 milioni di chilometri quadrati che comprende le acque a Sud-Est di Taiwan. «La portaerei Reagan e il suo gruppo d’attacco continuano le normali operazioni programmate a sostegno di un Indo-Pacifico aperto, ha fatto sapere un portavoce della settima flotta della Marina Usa. Il diplomatico cinese Wang Yi dice alla Reuters che Pechino ha fatto grandi sforzi diplomatici sulla questione ma non accetterà mai che i suoi interessi siano compromessi.
Le esercitazioni
Le esercitazioni prevedono l’addestramento congiunto con sessioni di blocco, assalto di target marittimi e attacchi sulla terraferma. Si concluderanno domenica a mezzogiorno. Sarà un test generale sulle capacità di combattimento e di coordinamento delle truppe, secondo un dispaccio della Xinhua. Il Global Times, controllato dal Quotidiano del Popolo, ha affermato, citando vari analisti militari, che le manovre sono «senza precedenti» e che i missili avrebbero sorvolato Taiwan per la prima volta. Ieri l’Ufficio marittimo e portuale di Taiwan ha emesso avvisi alle navi per evitare il transito nelle aree interdette.
E il governo di Taipei ha riferito che le attività cinesi avrebbero colpito 18 rotte internazionali che della sua regione di informazioni di volo (FIR). Il ministero della Difesa, inoltre, ha riferito che le forze armate hanno sparato mercoledì notte un razzo per mettere in guardia un drone che sorvolava l’isola di Kinmen, che si trova a soli 10 km dalla città cinese di Xiamen. Pechino ha definito le operazioni militari «necessarie e giuste», addossando la colpa dell’escalation a Usa e alleati.
27 incursioni cinesi
Il Comando delle forze aeree di Taiwan oggi ha segnalato le incursioni di 27 caccia cinesi nel proprio spazio aereo. Nel dettaglio a violare la Zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan (Adiz) sono stati sei caccia J11, cinque caccia J16 e 10 caccia Su 30, secondo il comunicato diffuso oggi dal ministero della Difesa di Taiwan che nella giornata precedente aveva denunciato 21 incursioni di aerei cinesi.
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