Calenda deve raccogliere le firme? Da Azione non mollano: «Sabino Cassese dice di no»
Dopo lo strappo di Carlo Calenda con il Partito Democratico e l’addio alla coalizione di centrosinistra, ma soprattutto dopo la rottura del sodalizio con i Radicali di +Europa, la strada di Azione per poter concorrere alle elezioni del del 25 settembre si fa in salita. Il motivo? Senza il simbolo di Emma Bonino, Azione dovrebbe raccogliere 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato, 750 per ogni collegio. Ma dal quartiere generale di Azione, dopo che nelle scorse ore era stato fatto trapelare un certo ottimismo anche in vista della raccolta firme, fanno sapere che il professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, «ha rilasciato un parere nel quale si conferma il diritto di Azione a essere esentata dalla raccolta delle firme in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre». Nelle scorse ore, il leader di Azione aveva più volte fatto richiesta di deroga al ministero dell’Interno per la raccolta firme, puntando sull’esenzione in qualità di membro del Parlamento europeo, dove è entrato nel 2019 come eletto nelle liste del Partito Democratico, ma sottolineando che nel suo logo era presente lo slogan “Siamo europei”. Tuttavia, come sottolineato da alcuni giuristi, tale contrassegno non essendo stato autonomamente registrato non avrebbe validità per la commissione elettorale italiana.
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