M5s, il gran rifiuto di Rocco Casalino: «Ecco perché ho rinunciato alla candidatura»
Alla fine Rocco Casalino getta la spugna. Tra le 2 mila autocandidature delle Parlamentarie la sua non c’è. Lo storico portavoce di Giuseppe Conte, nel frattempo licenziato dal gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, fa sapere oggi al Corriere della Sera che «è giusto così. La mia presenza avrebbe scatenato polemiche. E l’ultima cosa che voglio fare è arrecare un danno al M5s o a Conte». Casalino dice che non voleva un collegio blindato, ma avrebbe corso per le primarie grilline come tutte accettando poi eventualmente una candidatura per giocarsela. «Confesso che sono stato combattuto fino alla fine, non ci ho dormito per 4 notti. Perché da un lato c’è la mia militanza decennale nel Movimento e la mia voglia di impegnarmi in questo nuovo percorso di Conte. E dall’altra la consapevolezza di quanto il mio nome continui ad essere ancora, dopo tanti anni, così divisivo», aggiunge.
La Maledizione del Grande Fratello
Ma fa sapere che le voci di suoi contrasti con l’ex Avvocato del Popolo sono false: «Nessuna distanza, anzi. Le dico solo che si è comportato come un fratello con me. Ci siamo sentiti fino all’ultimo e mi ha sempre detto di decidere liberamente. Ma io purtroppo ho sempre un senso di colpa che le mie azioni possano danneggiare l’immagine di Conte». Mentre nei suoi confronti è ancora in vigore la Maledizione del Grande Fratello: «Anche nel 2013 fui costretto a fare un passo indietro. E a rinunciare alla mia candidatura al consiglio regionale in Lombardia. Lo feci anche quella volta per amore del Movimento. Ma le polemiche che ci furono. Perché un ex concorrente del Grande Fratello osava scendere in politica, mi ferirono molto. E mi feriscono ancora oggi, dopo 10 anni di militanza integerrima continuo ad essere vittima di uno stupido pregiudizio».
Il metodo Boffo
Poi si lancia in una previsione elettorale: «Credo che avrei avuto buone possibilità di arrivare in alto nel mio collegio, in Puglia. Ma ripeto, nonostante siano passati 22 anni dalla mia partecipazione al Grande Fratello il mio nome continua a essere ancora ghiotto per chi vuole infangare non tanto me, ma il Movimento con quello che è il “metodo Boffo”. Già immagino i titoloni che avrebbero fatto: “Ecco Casalino, dalla casa del GF al Parlamento”…». Infine, una promessa che sa quasi di minaccia: «Lo dico con 5 anni di anticipo: al prossimo giro ci sarò! Mi auguro che dopo 15 anni di militanza e lealtà al mio partito e a distanza di 30 anni dal Gf, nessuno possa più recriminarmi nulla».
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