L’Fbi a casa di Trump già ad aprile, la rivelazione della Cnn. L’ex presidente furioso: «È come il Watergate»
«Qual è la differenza tra questo e il Watergate?». Se lo chiede uno sconcertato Donald Trump in un post su Truth Social, la piattaforma lanciata a febbraio dalla Trump & Media Technology Group, dopo che l’Fbi ha fatto irruzione nella sua residenza in Florida per perquisirla. «L’unica differenza – attacca l’ex presidente – è che qui sono i democratici che hanno fatto irruzione nella casa del 45esimo presidente degli Stati Uniti». «Cose del genere accadono solo nei Paesi del terzo mondo», ha accusato il Tycoon. A dare notizia del blitz, avvenuto intorno alle 16 (ora locale) dell’8 agosto, sarebbe stato lo stesso Trump in un comunicato alla Cnn, nel quale avrebbe definito il raid un attacco politico contro la sua candidatura alle elezioni del 2024.
La prima visita dell’Fbi lo scorso aprile
La stessa emittente americana rivela che già lo scorso aprile agenti dell’Fbi fecero visita alla residenza dell’ex presidente. In quell’occasione gli agenti federali avrebbero incontrato due suoi avvocati, Christina Bobb and Evan Corcoran, e avrebbero chiesto informazioni sui documenti che presumibilmente Trump portò via dalla Casa Bianca alla fine del suo mandato. Al piccolo gruppo di agenti che avrebbe raggiunto la dimora di Mar-a-Lago si sarebbe aggregato anche un alto funzionario del dipartimento di Giustizia, Jay Bratt, capo del controspionaggio e del controllo dell’export.
La dura reazione dei repubblicani
Durissima la reazione dei repubblicani a quello che sarebbe stata vissuta come un’invasione da parte di Trump. I suoi sodali avrebbero infatti reclamato il taglio del budget all’agenzia. «Ho visto abbastanza, il dipartimento di Giustizia ha raggiunto uno stato intollerabile di politicizzazione armata», ha twittato il leader della minoranza del Grand Old Party alla Camera, Kevin McCarthy, dopo la perquisizione. «Quando i repubblicani riprenderanno la Camera – ha aggiunto – condurremo un controllo immediato di questo dipartimento, seguiremo i fatti e non lasceremo nulla di intentato». Molti membri del Grand Old Party hanno rincarato la dose e sostenuto le accuse di Trump, inclusa quella per cui «un tale assalto può aver luogo solo in paesi distrutti del Terzo Mondo». Tra chi avrebbe chiesto di tagliare i fondi del dipartimento di Giustizia e dell’Fbi, una delle voci più accese sarebbe stata quella della deputata ultraconservatrice della Georgia, Marjorie Taylor Greene. Su Twitter ha chiesto l’impeachment del presidente Joe Biden, accusando i democratici di «radicalizzare le forze dell’ordine federali per eliminare i nemici politici» e ha postato l’immagine di una bandiera americana capovolta seguita da un grido di battaglia in maiuscolo: «Defund the Fbi!» (‘tagliate i fondi all’Fbi!’).
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