Conte ad Avvenire: «Basta armi all’Ucraina. La destra? È una tigre di carta»
Giuseppe Conte dice basta alle armi in Ucraina. Lo fa in un’intervista ad Avvenire in cui delinea i contorni della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. E nella quale propone il salario minimo a 9 euro, la lotta al precariato e il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori. «Noi siamo nel campo giusto, dove i valori euro-atlantici e progressisti incontrano i capisaldi della storia a 5 stelle: transizione ecologica ed energetica, progressività fiscale, lotta al precariato, inclusione sociale. Non ci troverete in ammucchiate dell’ultimo minuto o in cartelli elettorali nati nei palazzi. L’agenda del M5s parte dalle urgenze dei cittadini e guarda a quel 2050 presente nel simbolo», esordisce.
Per poi precisare: «Le parole pace, negoziato, diplomazia sono sparite dal dibattito pubblico. Mi chiedo: ci siamo rassegnati all’ineluttabilità della guerra? Quando il M5s ha posto obiezioni, metteva in guardia proprio da questo: guerra chiama guerra. Ricordo le parole del direttore Tarquinio quando scrisse che «tutte le guerre hanno ragioni, ma solo la pace ha ragione»: vorrei fosse una posizione condivisa con forza da tanti. Una politica al passo con i tempi aprirebbe oggi un dibattito sulla necessaria fine della corsa agli armamenti, non solo in Ucraina».
Sul programma, sostiene l’ex Avvocato del Popolo, «noi abbiamo un’agenda sociale in 9 punti, che avevamo portato all’attenzione del premier Draghi e delle forze che si definivano progressiste. Queste priorità si trovano ora in un contesto più ampio per il Paese. Noi parliamo di temi: altro non ci interessa». E le proposte? «La prima urgenza è quella del lavoro: il M5s propone un salario minimo legale da 9 euro l’ora, per mettere fine a paghe da fame e sfruttamento legalizzato. Poi la lotta al precariato, mettendo fine a stage e tirocini gratuiti e tutte quelle forme contrattuali che umiliano i lavoratori. Infine, abbassamento del cuneo e cancellazione dell’Irap». Infine, sugli avversari: «Questa destra è una tigre di carta che ha ritenuto prioritario trovare la quadra sulla spartizione dei collegi prima che sul programma».
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