In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAAzioneCarlo CalendaElezioni politiche 2022Italia VivaTerzo polo

Elezioni, il deposito dei simboli al Viminale: c’è anche il “Sacro Romano Impero”. Iv e Azione insieme, il capo politico è Calenda

12 Agosto 2022 - 08:39 Redazione
elezioni deposito simboli partiti
elezioni deposito simboli partiti
In fila anche Mastella e Calderoli. Il rito e le regole

Sono il Partito liberale Italiano, il Maie (Movimento associativo italiani all’estero) e il Sacro Romano Impero cattolico “e pacifista” i primi tre a depositare i simboli al Viminale per la tornata elettorale del 25 settembre. Al settimo posto nella fila al Viminale per la presentazione dei simboli, ci sono Iv e Azione che corrono con un unico contrassegno. Il capo politico è Carlo Calenda. La Lega è al nono posto. Il vicepresidente del Senato Calderoli, diversamente dal solito, non ha fatto nottata con i militanti del Carroccio. In fila per il simbolo c’è anche Clemente Mastella. L’attuale sindaco di Benevento si definisce «l’ultimo erede dei valori della Democrazia Cristiana», al contrario di «Carlo Calenda o Matteo Renzi», che «è addirittura macroniano, tutt’altra cosa rispetto alla Dc».

Ed è al Viminale per depositare il simbolo del suo partito in vista delle elezioni anticipate del 25 settembre: Mastella-Noi di centro-Europeisti. Al centro del programma della formazione del primo cittadino, in fila davanti al Viminale «dal 1976», scherza Mastella con i cronisti, «l’atlantismo e soprattutto l’attenzione per il Sud, di cui nessuno parla». C’è anche l’ex M5s Dino Giarrusso con il suo simbolo ‘Sud chiama nord’. In fila anche il generale Pappalardo con il contrassegno Gilet arancioni.

L’agenzia di stampa Ansa spiega che il contrassegno di lista deve essere consegnato a mano su supporto digitale o in triplice esemplare in forma cartacea. È vietato presentare simboli che riproducono immagini o soggetti religiosi. Ai partiti che non abbiano un simbolo tradizionale e ai gruppi politici è vietato presentare «contrassegni identici o confondibili con quelli che riproducono simboli utilizzati tradizionalmente da altri partiti». Poi il divieto di presentare contrassegni che fanno riferimento a ideologie di stampo fascista o nazista.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti