No! Questo video non dimostra l’inesistenza delle missioni spaziali
«L’unica cosa che mandano nello spazio è la vostra fantasia» sono le parole che si leggono nella descrizione di un video condiviso su Facebook e Instagram nel quale vengono raccolte le presunte “prove” per smentire l’esistenza delle missioni spaziali. Per sostenere le loro teorie, i complottisti usano diversi elementi. Il primo che appare è uno «sportello» composto di materiale troppo morbido per essere il portellone dell’Iss. Si vede poi una palla cadere verso il basso, che sarebbe la prova della presenza di forza di gravità, e quindi che gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale non siano veramente in orbita intorno alla terra. Si fa riferimento anche ad un cameraman, che secondo chi a creato il video sarebbe la prova che i filmati delle passeggiate spaziali sono in verità girati in delle piscine. Infine, la velocità della rotazione mostrata nel video viene usata come indizio di un qualche tipo di errore umano nella creazione della “bufala delle missioni spaziali”. Nessuno degli elementi citati è reale, né si basa su un fondamento scientifico. Vediamo perché.
Per chi ha fretta:
- Si vede una copertura giudicata troppo debole per contenere la pressione interna dell’Iss, ma si tratta solo di un isolante termico.
- Una palla schizza via perché l’astronauta la spinge, non per la gravità.
- C’era un cameraman, ma era un altro astronauta, non un sommozzatore in una piscina
Analisi
Di seguito si può vedere uno screenshot del post su Facebook, e più in basso uno di quello su Instagram. Nella sgrammaticata descrizione dei due si legge:
«Fake nasa e gli astro-no-nauti primo episodio. l unica cosa che mandano nello spazio è la vostra fantasia …. Uno sportello per astronave che sfreccia a 28000 ml km di velocità dovrebbe essere pressurizzato non di stoffa ma questi esattamente fanno tutto il di cosa stanno producendo»
Lo «sportello di stoffa» è una copertura termica
Il primo elemento che il video usa per negare la veridicità delle missioni spaziali è la presenza, sulla stazione in orbita, di uno sportello che viene definito «di stoffa», che l’astronauta apre, per introdursi nello spazio sottostante e poi – con un po’ di difficoltà – richiude sopra di sé. La provocazione lanciata nel video fa leva sull’impossibilità di un materiale tanto morbido e di un oggetto così sottile di sopportare la differenza di pressione tra l’interno della stazione e lo spazio.
Se quella mostrata fosse l’unica barriera tra interno ed esterno, la tesi reggerebbe. Tuttavia, quella mostrata è semplicemente una copertura termica che gli astronauti usano per acclimatarsi alla temperatura della stazione dopo una passeggiata spaziale. Sotto l’astronauta si trova invece la vera porta che porta agli ambienti interni. Il grande cilindro nel quale l’astronauta si introduce è la camera di pressurizzazione. Anche la parte superiore, dove si trova lo «sportello di stoffa» viene poi chiusa ermeticamente per poter ripristinare la pressione adeguata prima dell’entrata nella stazione vera e propria. Le informazioni sono state confermate da un portavoce della Nasa ai colleghi di Leadstories.
La palla spinta verso il basso
Un altra scena che appare nel video è quella in cui si vede un astronauta parlare da dentro la stazione, assieme ad alcuni colleghi. L’attenzione viene posta su una palla che l’uomo tiene in mano e che ad un certo punto cade verso il basso. La tesi che sembra essere avanzata è quella che la stazione non si trovi nello spazio, poiché il movimento della palla dimostrerebbe la presenza di forza di gravità. Tuttavia, dal video è evidente che la palla schizza verso il basso perché l’astronauta la regge dall’alto comprimendola, e quindi esercita una forza verso il pavimento che la fa sfuggire al suo controllo. Nell’immagine qui sotto, dove indicato dalla freccia gialla, si vede chiaramente che la palla è deformata, proprio a causa della pressione esercitata dal braccio dell’uomo, che appare teso nell’atto di trattenerla.
Il cameraman subacqueo
Sebbene non sia stato possibile reperire il video originale con la prospettiva mostrata su Facebook, è molto probabile che il frammento in cui si vede «un cameraman» riflesso nella visiera del casco della tuta sia tratto dal footage della spedizione n. 40 della Nasa, in cui i due astronauti russi Alexander Skvortsov e Oleg Artemyev, nell’agosto 2014, hanno preso parte a una passeggiata spaziale. Gli indizi che lo confermano si possono trovare nella tuta dell’uomo che con buona probabilità si tratta di Artemyev. Si vede la bandiera della Russia sopra la spalla sinistra, mentre in questo video ripreso dalla telecamera frontale del cosmonauta lo si vede lavorare ad elementi che sembrano essere gli stessi di quelli mostrati su Facebook.
Infine, l’indizio più evidente è proprio il riflesso sulla visiera, nel quale si riconoscono una figura umana e – sullo sfondo – la sagoma della terra. Il riflesso combacia con quest’immagine della missione, in cui Skvortsov scatta una foto al compagno. Non c’è nessun elemento che possa far credere che video e foto siano stati girati e scattati sotto acqua, come invece sostenuto dai complottisti.
La bolla e le immagini velocizzate
Il filmato su Facebook mostra poi quella che viene detta essere una bolla, ma si tratta molto probabilmente di un semplice frammento di materiale o un granello di polvere distaccatosi durante le operazioni o che già fluttuava nella zona. Infine, vengono fatte delle speculazioni sulla velocità di rotazione della Terra, che secondo chi ha montato il filmato sarebbero la prova che le missioni spaziali sono una messinscena. È chiaro, tuttavia, che le immagini sono state semplicemente velocizzate.
Conclusioni
Un video sostiene che le missioni spaziali siano una messinscena. Ma per farlo usa elementi che non hanno nessun elemento scientifico e che in un caso sono anche stati sbugiardati dalla stessa Nasa.
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