Come cambia l’assegno unico: importo a 190 euro, soglie Isee più alte e dal 2023 via la domanda
L’assegno unico cambia di importo. E dal prossimo anno non sarà più necessaria la domanda all’Inps per riceverlo. Le due novità arrivano in attesa della prossima Legge di Bilancio, che potrebbe modificare ulteriormente le norme. Ma intanto c’è l’aumento. Dal prossimo anno l’importo base mensile arriverà a 190 euro per effetto dell’indicizzazione all’inflazione. E saliranno anche le soglie Isee in base alle quali il sussidio viene riconosciuto alle famiglie. La relazione tecnica al Decreto Aiuti Bis presentata al Senato toglie alcuni fondi perché non utilizzati ma li conferma per il prossimo anno. Mentre è il direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi ad annunciare che dal prossimo anno non sarà più necessaria la domanda per ottenerlo.
I fondi e le soglie
Il Messaggero spiega oggi che la riduzione di 630 milioni dei fondi per quest’anno arriva da una serie di conteggi. Fino al 30 giugno erano stati erogati 4,64 miliardi, che però diventano 5,1-5,2 in termini di competenza se si tiene conto delle domande pervenute a luglio e liquidate a luglio, per le quali spettano gli arretrati da marzo in poi. I risparmi derivano dal numero di domande inferiori alle attese e dagli importi medi più bassi. Anche per il fatto che una quota degli interessati ha rinunciato a presentare l’Isee. Le uscite complessive sono previste a 18,2 miliardi per il 2023 e poi in crescita graduale fino ai 19,5 del 2029. Per quanto riguarda gli aumenti, il quotidiano spiega che attualmente l’Auu si eroga a partire dal mese di marzo fino all’anno successivo. Quindi da gennaio sarà ancora necessario fare la domanda. Per percepire l’assegno a partire da marzo 2023. Con l’inflazione all’8% l’importo base di 175 euro attualmente riconosciuto a chi ha un Isee fino a 15 mila euro salirà a 189. La soglia invece arriverà a 16.200 euro. La tabella degli importi decrescenti toccherebbe un valore minimo di 54 euro invece di 50. Riconosciuti a chi ha un Isee a 43.200. L’adeguamento è stabilito direttamente dalla legge.
La domanda
Per quanto riguarda la domanda invece Caridi spiega in un’intervista al Corriere della Sera che al 31 luglio l’assegno è stato chiesto per 9,1 milioni di figli. «Stimiamo che altri 700 mila potranno aggiungersi. Alla fine, quindi, rispetto alla platea potenziale di 11 milioni, mancherebbe poco più di un milione. Pensiamo che, oltre a una parte che non presenterà la domanda, la platea sia stata un po’ sovrastimata». La domanda automatica invece fa parte della nuova filosofia dell’Inps. Che adesso va a cercare chi non sa di aver diritto a una prestazione: «Stiamo integrando i nostri servizi con quelli di tutta la pubblica amministrazione. Siamo infatti passati dall’accesso on line attraverso il pin Inps all’accesso con Spid. Inoltre, collaboriamo con Pago Pa e l’App Io, che consente agli utenti di avere notifiche e pagare determinati contributi, per esempio quelli per i domestici. Da luglio, questo servizio, è stato esteso ai versamenti per riscatti, ricongiunzioni e contribuzioni volontarie».