Quella volta che Piero Angela sfidò l’omeopatia, venne querelato e vinse
Era l‘11 luglio del 2000 quando su Superquark andò in onda un servizio che trattava di medicina omeopatica. Nel reportage, lungo una quindicina di minuti, si affermava: «L’omeopatia non e’ una cosa seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive». A Ciro d’Arpa, medico e presidente della Società Italiana di Medicina Omeopatica (Simo), il servizio non andò giù, e decise di querelare Piero Angela, morto oggi, 13 agosto, all’età di 93 anni. A vincere la causa fu il conduttore, che si è sempre detto contrario all’omeopatia.
Il processo e la sentenza
Secondo D’Arpa, il divulgatore più noto della televisione italiana aveva usato toni allarmistici riguardo l’omeopatia. Questa – sosteneva d’Arpa – veniva presentata come una cura «non seria» e pericolosa senza che venisse offerta la possibilità di contraddittorio ai sostenitori di questo tipo di trattamento. All’accusa, Piero Angela e la Rai avevano replicato spiegando che non era possibile trasmettere l’opinione di un omeopata, in quanto le regole di Superquark prevedevano che solo «esponenti di teorie riconosciute dalla comunità scientifica internazionale» potessero essere ospitati. La giudice Cinzia Sgrò del tribunale di Catania nel marzo 2004 diede ragione a Piero Angela.
Innanzitutto, non fu il lui a pronunciare le frasi che l’accusa riteneva diffamatorie. Anzi, il conduttore aveva correttamente esercitato il suo diritto di cronaca e critica. Il magistrato fece anche notare che la natura dell’accusa era insensata, dato che quella che nella sentenza venne ironicamente definita «signora omeopatia» non poteva in alcun modo offendersi, in quanto inanimata. Di conseguenza, non poteva sussistere il reato di diffamazione. D’Arpa, il querelante, non veniva mai menzionato nel servizio, e quindi nemmeno lui poteva essere oggetto della presunta offesa. La sentenza venne successivamente impugnata dalla procura generale di Catania, ma Angela venne nuovamente assolto in appello, nel dicembre del 2004.
«L’omeopatia? È acqua fresca»
Il giudizio segnò un duro colpo contro le velleità degli omeopati di vedere riconosciuta la loro pratica al pari della medicina tradizionale. Negli anni Piero Angela ha sempre ribadito la sua posizione sulla medicina omeopatica. «L’omeopatia è acqua fresca» disse nel 2017 intervistato a Piazzapulita, «è un effetto placebo, lo dice la comunità scientifica, non io». Il tema delle pseudoscienze era molto caro al conduttore e intellettuale, tanto che nel 1989 fu tra i fondatori del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze.
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