Elezioni, la carica dei 101 simboli depositati al Viminale. C’è anche “Italiani con Draghi” (ma Draghi non lo sa)
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Sono 101 in totale i simboli politici presentati al Viminale per concorrere alle elezioni parlamentari del prossimo 25 settembre. I loghi sono stati depositati da 98 soggetti politici e verranno ora vagliati per capire quanti ne potranno essere ammessi e quali non lo saranno. Quando si votò nel 2018 i simboli presentati erano 103 e ne furono accolti 75. Il Viminale ha 48 ore per esaminare gli emblemi per decretare quali verranno ammessi e quali no. Seguiranno quindi altre 48 ore per eventuali ricorsi, sui quali la Cassazione dovrà esprimersi entro due giorni. Il 20 agosto la procedura sarà completa e potranno essere presentati i nomi dei rappresentanti delle liste. Attorno ad alcuni simboli è già nato clamore. Un caso tra tutti è quello della fiamma sul logo di Fratelli d’Italia. La senatrice a vita Liliana Segre aveva chiesto direttamente a Giorgia Meloni di toglierla per evitare richiami al Movimento Sociale Italiano. La leader, però, ha difeso il simbolo e ha tenuto tutto inalterato. Altri loghi invece, sono meno noti, ma non per questo non meritano attenzione. Vediamo quali sono i più particolari, tra quelli raccolti dal blog I simboli della discordia di Gabriele Maestri.
Rinascimento
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Una mano che sfiora l’altra, in quella Creazione di Adamo che Michelangelo dipinse sulla volta della Cappella Sistina nel 1511. Si fa subito notare Rinascimento di Vittorio Sgarbi, che ricorda a tutti che, prima di essere un politico, è un critico d’arte.
Partito dei Cattolici
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Il richiamo all’arte non manca neanche nel simbolo del Partito dei Cattolici. Anche qui appare Adamo, ben due volte: nella creazione di Michelangelo, e a fianco a Eva, mentre la coppia viene cacciata dal paradiso terrestre nell’opera di Masaccio. Al centro la sagoma dell’Italia con una luce tricolore che da Roma si apre verso il basso a ventaglio. Appare anche la bandiera europea, mentre un agnello sopra un’effige latina ricorda recita un passaggio del Vangelo di Giovanni «ut omnes unum sint».
D.A.I.N.O
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Un daino si staglia contro la luna, tanto luminosa che si riesce a vederne solo la silhouette. Non è la scena in cui capita di imbattersi mentre si torna da un fine settimana in montagna, ma l’emblema della Difesa Animalista Indipendente Nazionale Organizzata (D.A.I.N.O, appunto).
L’Italia sé desta
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Dei soldati si può vedere solo la sagoma, ma il riferimento alla patria è chiaro. Piantano la bandiera italiana in cima a un picco roccioso. Sullo sfondo il tricolore. Non è chiarissimo invece il nome del soggetto politico: «L’Italia sé desta». Il riferimento è all’inno di Mameli, ma manca l’apostrofo dopo la esse, mentre la “é” ha l’accento che pende dalla parte sbagliata.
Free
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Il nome del soggetto politico è semplice: free, «libero». Interpretarne il simbolo, forse, un po’ meno. Un omino stilizzato che dà un calcio a alla testa di Pinocchio. Per capire il senso di questa immagine ci si può aiutare con le parole del disegnatore e fondatore del soggetto politico, Marco Lusetti. La lista intende «resistere all’oppressione quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione e mettersi a disposizione dei Cittadini, al fine di difenderli dalla politica, dallo Stato e dalla Magistratura».
Italiani con Draghi
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Poco prima dello scadere di oggi è stato presentato un altro simbolo che ha suscitato clamore. Quello di Italiani con Draghi – Rinascimento. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, riferisce Palazzo Chigi, non ne sapeva nulla. A causa di ciò è probabile che il logo non verrà accolto tra quelli da vagliare perché non soddisfa i requisiti di trasparenza richiesti.
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