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L’idea nel programma della Lega contro lo scioglimento dei Comuni per mafia: «Decada solo la persona collusa»

14 Agosto 2022 - 09:37 Redazione
L'attuale legge sullo scioglimento dei consigli comunali in caso di coinvolgimento con organizzazioni mafiose conferisce ampi poteri al Viminale, dove Salvini spera di tornare. Secondo il Fatto quotidiano, con l'intenzione cambiare le attuali regole

Nel programma della Lega, presentato venerdì pomeriggio e depositato insieme al simbolo, ci sarebbe una modifica all’attuale legge sullo scioglimento dei comuni per mafia. Lo rivela il Fatto Quotidiano di oggi, 14 agosto: a detta del giornale, la proposta contenuta a pagina 15 (di 202) rischia di depotenziare fortemente uno dei principali strumenti per combattere la criminalità organizzata. «Attualmente», si legge nel documento, «quando in un Comune la commissione prefettizia accerta che la collusione con una organizzazione criminale sia di un singolo consigliere e/o funzionario pubblico, quasi sempre viene sciolto il Comune». Quello che invece ha intenzione di proporre il partito di Matteo Salvini è che la decadenza riguardi solo la singola persona collusa, e l’assunzione di personale esterno per sostituire il funzionario o il consigliere corrotto. Un’assunzione che dovrebbero effettuare i commissari prefettizi, grazie alla creazione di un fondo ad hoc.

Il programma della Lega

Cosa prevede attualmente la legge

Il Fatto ricorda tuttavia che, secondo quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, per sciogliere un intero comune non basta un singolo consigliere o funzionario colluso. Il provvedimento viene preso solo in caso di pericolo sostanziale. Sono necessari, infatti, «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori», e forme di condizionamento in grado di «compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali». In questo contesto, il Viminale ha un ruolo centrale: il Ministero dell’Interno nomina infatti una commissione prefettizia che lavora (anche per mesi) e poi formula le sue conclusioni non solo al comitato provinciale dell’ordine pubblico ma anche al ministero. Il quale ministero, oltre che vigilare sull’operato dei prefetti, ha il compito di decidere se archiviare il caso o se portarlo in Consiglio dei ministri. L’eventuale ritorno al Viminale, in cui Salvini confida, lo porterebbe dunque ad avere ampi poteri in materia di scioglimento.

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