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Scomparsa all’Elba la figlia del “super poliziotto” Pippo Micalizio. Cosa sappiamo finora

15 Agosto 2022 - 17:08 Gaia Terzulli
Della donna si sono perse le tracce la sera del 14 agosto. Si era allontanata col suo cane, che è stato ritrovato morto all'alba di oggi, sugli scogli di Procchio

Sono ancora in corso sull’Isola d’Elba le ricerche di Marina Paola Micalizio, 48 anni, figlia del «super poliziotto» Pippo Micalizio, che negli anni Ottanta e Novanta indagò sulle infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta al Nord. La donna è scomparsa la sera di domenica 14 agosto e il marito ha presentato denuncia alla stazione dell’Arma a Marciana Marina. All’alba di oggi è stato ritrovato, morto sugli scogli vicino Procchio, il suo cane. La donna si era allontanata per una passeggiata insieme all’animale, il cui guinzaglio è stato ritrovato impigliato tra le rocce. Nei pressi c’era anche il cellulare di Marina Micalizio. La sua sparizione era stata segnalata in una zona boschiva, motivo per cui le ricerche sono coordinate dai vigili del fuoco e dai carabinieri forestali. Vi partecipa anche la capitaneria di porto. È stato anche attivato il piano provinciale di ricerca scomparse e si sta perlustrando con attenzione la zona di Procchio.

Marina Micalizio: la casa di famiglia all’Elba e quella di Milano

Stando a quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, la famiglia Micalizio avrebbe una villa all’isola d’Elba dove vivrebbero alcuni parenti e dove la donna scomparsa trascorreva le vacanze estive. Lei e il marito, sposati dal 2008, risiederebbero a Milano. Sempre secondo quanto raccolto da Repubblica, l’allontanamento della donna sarebbe stato definito dagli investigatori «volontario», poiché non ci sarebbero elementi per dubitare del contrario. Riguardo al cane – si legge sul quotidiano – «secondo le prime ipotesi sarebbe morto per annegamento, forse finito in acqua dalle rocce nello stesso punto dove alla sua padrona è cascato il cellulare».

Chi è Pippo Micalizio, padre della donna scomparsa

Pippo Micalizio, morto nel 2005, si era guadagnato l’appellativo giornalistico di «super poliziotto» per via delle prime grandi maxi operazioni contro la mafia e la ‘ndrangheta al Nord, da lui dirette a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Promosso a Roma, era stato nominato vicedirettore della Direzione investigativa antimafia (Dia) ed era diventato numero uno dei Servizi centrali antidroga. Nel 2001, uomo di fiducia del Viminale, era stato inviato a Genova come ispettore per gestire le indagini post G8 sull’irruzione di poliziotti e carabinieri nella scuola Diaz e i fatti della caserma di Bolzaneto. L’11 luglio del 2003, su proposta dell’allora ministro dell’Interno Beppe Pisanu, era stato nominato prefetto e collocato fuori ruolo presso la presidenza del Consiglio. Di rilievo l’onorificenza di commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica, conferitagli nell’ottobre del 1994 su iniziativa dell’allora presidente Oscar Luigi Scalfaro.

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