Scontro sulle candidature, la direzione del Pd slitta nuovamente: ora è alle 21.30
Riunione ancora aggiornata, per la quarta volta, quella del Partito democratico sulle candidature collegio per collegio. Sebbene il Viminale abbia fissato il termine tra una settimana, il segretario del Pd, Enrico Letta aveva annunciato per questo weekend la chiusura delle candidature, con l’approvazione in direzione, per poi iniziare la campagna elettorale. La direzione del Partito democratico che deve approvare le candidature del Pd è stata spostata alle 21.30: doveva svolgersi ieri sera, poi stamattina alle 11, poi oggi alle 15. Fonti del partito, quando l’appuntamento è slittato dal pomeriggio alla sera, assicuravano che non ci sono tensioni ma solo discussioni naturali a ridosso delle elezioni: «Non c’è alcuna tensione, ma solo fisiologiche discussioni. Siamo un partito», dicono. I temi da affrontare in realtà non sono pochissimi, nel tentativo di cercare un equilibrio tra gli accordi fatti con gli alleati di coalizione, i leader sul territorio, quelli delle varie correnti, più i tanti capi “storici”. È ormai molto difficile un ripescaggio del costituzionalista Stefano Ceccanti, che avrebbe perso il collegio di Pisa dove approderebbe Nicola Fratoianni.
Gli esclusi
Nelle ultime ore, inoltre, è sempre più precaria la posizione di Monica Cirinnà, il che sta già provocando il fuoco preventivo di alcune associazioni del mondo Lgbt. Polemiche anche attorno alla deputata emiliana Giuditta Pini, esponente della sinistra Pd. «Stare dentro un partito è complicato. Può succedere che tu scopra che non sei più lista da un articolo di retroscena», aveva commentato sui suoi profili social, per poi aggiungere: «Per quello che so il Partito Democratico sta decidendo che non sia più utile che io faccia la parlamentare e porti le mie battaglie alla Camera. Aspetto come voi di capire l’ufficialità e se possibile le motivazioni».
Secondo le ultime indiscrezioni, anche l’economista Tommaso Nannincini – toscano ma candidato in Lombardia alle scorse Politiche – sarebbe stato tagliato fuori. Il senatore pugliese Dario Stefano ha deciso invece di andarsene da solo, dando la colpa a una «serie di errori di valutazioni che il Pd sta continuando a inanellare». E mentre anche la ricandidatura di Emanuele Fiano sembra rimessa in discussione, quella di Pier Ferdinando Casini appare ormai certa. Così come quella dell’ex civatiana Elly Schlein, le ex segretarie di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan, e l’economista Carlo Cottarelli. Sembra sicuro anche il nome dell’attuale governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, new entry dem in Parlamento, e quello della consigliera regionale Michela Di Biase. Moglie, quest’ultima, di Dario Franceschini: anche lui, salvo sorprese, sarà in lista.
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