No! Tossire vigorosamente non permette di sopravvivere a un infarto in corso
«Il respiro profondo dà ossigeno nei polmoni e attraverso i movimenti di tosse si stringe il cuore e si mantiene la circolazione sanguigna». È questo, secondo un post che circola su Facebook, il segreto per sopravvivere a un infarto in corso. Si dovrebbe «aiutarsi tossendo ripetutamente e molto vigorosamente» per mantenere il ritmo cardiaco e così sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi. Sebbene tossire possa essere una forma di rianimazione cardiopolmonare, è necessario sapere esattamente come farlo, e i medici non hanno mai raccomandato di svolgere questa pratica autonomamente.
Per chi ha fretta:
- In alcuni casi tossendo è stato possibile influenzare il ritmo cardiaco, e ottenere quindi una rianimazione cardiopolmonare (Cpr). Ma si trattava di pazienti monitorati in ospedale.
- La cosa migliore da fare se si ha un infarto è chiamare i soccorsi (115) il più in fretta possibile.
Analisi
Su Facebook circolano diversi post che condividono un’immagine che spiega le pratiche considerate da adottare in caso di infarto. Ma seguire queste istruzioni non sarebbe benefico. Di seguito si può leggere cosa viene detto di fare e più in basso si vede uno screenshot del post.
«COME sopravvivere a un infarto quando SIETE SOLO?!
Dato che molte persone sono sole quando soffrono di infarto, è utile sapere come sopravvivere. La persone a cui il cuore inizia a battere fuori ritmo si sentirà debole e ha solo 10 secondi prima di svenire.
Eppure queste vittime possono aiutarsi tossendo ripetutamente e molto vigorosamente. Per ogni tosse fai un respiro profondo e la tosse è trattenuta in profondità e a lungo, come se stessi cercando di sputare muco. Respirare e tosse vanno ripetuti ogni due secondi, e trattenuti fino a quando non viene fornito aiuto o fino a quando il cuore ritorna normale.
Il respiro profondo dà ossigeno nei polmoni e attraverso i movimenti di tosse si stringe il cuore e si mantiene la circolazione sanguigna. La pressione pizzica sul cuore e lo aiuta anche ad entrare in un ritmo normale. Con questo metodo c’è la possibilità che le vittime di infarto possano arrivare in ospedale o altro aiuto in tempo. Diffondete la voce a più persone che potete. Potrebbe salvargli la vita!»
La bufala non è per nulla nuova. Come indicato in un fact-check dei colleghi di Snopes, il testo in lingua inglese circola almeno dal 1999. Prima di vedere perché la pratica non deve essere seguita, è necessario distinguere bene i termini che verranno usati.
La terminologia: infarto e arresto cardiaco
Infarto – Si parla di infarto di un tessuto quando questo non riceve sufficiente ossigeno attraverso il sangue, e va quindi in necrosi. Quello che generalmente viene definito «infarto» è più correttamente indicato come infarto «miocardico», poiché la necrosi colpisce i tessuti del cuore. A causarlo è solitamente un’occlusione delle arterie coronarie che irrorano di sangue il cuore. In caso di infarto miocardico si può verificare un arresto cardiaco, ovvero l’impossibilità del cuore di pompare sangue. Uno dei modi in cui il cuore può smettere di pompare è la fibrillazione ventricolare, in cui la parte inferiore de cuore – il ventricolo – ha degli spasmi che non le permettono di funzionare correttamente.
Il parere degli esperti: «Smettetela di diffondere questo mito»
È probabile che la bufala derivi da alcuni studi (uno qui e uno qui), i quali dimostrano che in alcuni casi è possibile sopravvivere e rimanere coscienti durante una fibrillazione ventricolare proprio tossendo. Si trattava però di test clinici svolti in ospedale. La pratica è conosciuta in inglese come cough CPR.
Ricercando le parole chiave nel sito della American Heart Association si trova un pagina in cui si legge: «La cough CPR non dovrebbe essere insegnata nei corsi di primo soccorso poiché generalmente non è utile al di fuori dell’ospedale». Il rischio si verifica soprattutto quando un paziente non riesce a mantenere lo stato di coscienza e allerta sufficiente a mettere in atto la pratica. Il sito continua: «La cough CPR potrebbe essere una misura temporanea in casi come quello della cateterizzazione cardiaca [a volte, per effettuare certi test è necessario inserire un catetere nel cuore, ndr] che si svolgono in laboratorio, dove i pazienti sono coscienti e costantemente monitorati. In questo contesto, un infermiere può istruire il paziente su quando forzare la tosse, ogni uno o tre secondi, durante i momenti iniziali di un’aritmia cardiaca».
La British Heart Foundation è ancora più chiara nel confutare il mito. «Un infarto può portare a un arresto cardiaco quando il sangue smette di essere pompato nel tuo corpo. Perderesti coscienza e senza rianimazione immediata (tramite compressione del petto e respirazione artificiale), moriresti». «Se però sei ancora cosciente» – prosegue la fondazione – «significa che non ti trovi in arresto cardiaco e quindi non c’è bisogno di una CPR. Ma è vitale ottenere aiuto medico urgentemente». L’associazione lancia anche un appello: «Vi preghiamo di non diffondere ulteriormente questo mito»
Conclusioni:
Un post su Facebook sostiene che tossire vigorosamente possa salvare la vita a chi sta avendo un infarto e si trova da solo in attesa dei soccorsi. La bufala circola da anni. Sebbene la tosse possa in alcuni casi regolarizzare il ritmo del cuore, non è considerata dai medici utile per far fronte a un infarto.
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