Fine vita, via libera al suicidio assistito per Antonio. Il 44enne: «Ora sono felice»
Via libera per il farmaco da somministrare ad Antonio (nome di fantasia), il 44enne marchigiano tetraplegico che da diverso tempo lottava per il diritto al suicidio medicalmente assistito. Ora, affiancato dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, è riuscito ad ottenere l’assistenza sanitaria pubblica. La Commissione medica dell’Azienda sanitaria unica regionale (Asur) delle Marche ha dato l’ok per l’auto-somministrazione del medicinale. Erano già stati verificati e riconosciuti i requisiti di applicazione della sentenza Costituzionale Cappato-Antoniani (per DjFabo), ma a mancare era proprio la sentenza in merito al farmaco. Così, dati i lunghi tempi delle aule di tribunale, il 44enne aveva valutato di trasferirsi in Svizzera e aveva già contattato una struttura in loco. Per quanto riguarda il nostro Paese, aveva già presentato due diffide e due denunce contro l’Asur delle Marche e una lettere di messa in mora ad adempiere al ministro della Salute Roberto Speranza e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia.
I legali di Antonio: «Ci sono voluti due anni per un suo diritto»
Sofferente da 8 anni, quando nel 2014 è rimasto tetraplegico, ora Antonio si dice «felice» alla notizia della conferma del farmaco. È contento di poter restare a casa propria «fino all’ultimo momento» e, soprattutto, di poter avere accanto i propri cari. Filomena Gallo, legale del 44enne e Segretaria dell’Associazione Coscioni, ha dichiarato: «Ora Antonio è finalmente libero di scegliere se e quando procedere. Ma ci sono voluti quasi due anni affinché questo suo diritto venisse rispettato. Un tempo lunghissimo per persone che si trovano in condizioni di estrema sofferenza e che, purtroppo, molti malati, non hanno». Infine l’avvocato ha aggiunto: «Ora, quando vorrà, potrà porre fine alle sue sofferenze». Antonio ha replicato pubblicamente dicendo: «Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito».
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